EST MANTOVANO Non si limitavano a rapinare i proprietari delle abitazioni che avevano messo nel mirino. Il più delle volte si accanivano con violenza fisica inaudita su di loro, come accadde a Ca’ degli Oppi il 1° novembre 2017, quando dopo aver fatto irruzione in una villetta intorno all’ora di cena, prima legarono i coniugi, ma accorgendosi che l’uomo era riuscito a liberare la moglie lo colpirono ripetutamente con un piede di porco al punto da procurargli fratture multiple in diverse parti del corpo. Un episodio simile avvenne qualche settimana più tardi anche a Goito. Astuti, calcolatori ma soprattutto privi di scrupoli, tanto da essere soprannominati le «belve delle ville», anche se in realtà i loro obiettivi erano le case di campagna isolate, meglio se abitate da anziani o persone sole. La banda multietnica, composta prevalentemente da marocchini ai quali di volta in volta si aggrevano soggetti dell’Est Europa, è ritenuta responsabile di almeno venti colpi. Issam Faouri , Said El Faidi e Mohamed Moner erano considerate le “menti” dell’organizzazione criminosa; poche ore prima di entrare in azione si ritrovavano per accordarsi su modalità e orari. A loro il giudice dell’udienza preliminare ha inflitto pesanti condanne: al termine del processo celebrato con rito abbreviato Faouri è stato condannato a 10 anni di reclusione e 3.000 euro di multa, El Faidi a 8 anni e 3.000 euro di multa, Moner a 4 anni e 1.200 euro di multa: in totale 22 anni. Più defilate sono invece state ritenute la posizioni di Otman Essalih e Adbeljabbar Mellouk, che pure erano finiti in manette. Entrambi potranno affrontare da liberi il processo in novembre. I loro spostamenti erano ad ampio raggio: dal Basso Veronese all’Est Mantovano, fino a sconfinare nella Bassa Padovana seminavano il terrore e poi si dileguavano, talvolta scegliendo i campi come via di fuga. Successe a Nogarole Rocca e a San Pietro in Valle di Gazzo Veronese, poco distante dal confine con Villimpenta. Ma il culmine di cotanta violenza si manifestò nuovamente a Ca’ degli Oppi. Bersaglio della furia della gang fu una commerciante di 61 anni che venne picchiata selvaggiamente per farsi dire dove si trovava la cassaforte di casa. Uno di loro tentò addirittura di abusare della donna ormai a terra sanguinante, che tuttavia riuscì a urlare fino ad attirare l’attenzione delle abitazioni vicine. Le “belve” furono costrette alla fuga, “accontentandosi” dei gioielli di famiglia e dei pochi contanti presenti in casa. E fu in quella circostanza compirono il primo decisivo passo falso. Vasile Vladut Hantar, uno dei complici rumeni, fu intercettato dai carabinieri e quindi trovato con la refurtiva. Prima di essere arrestato riuscì a ferire due militari.
Matteo Vincenzi