Calcio dilettanti – Cronaca di un’annata in fumo. E il futuro sarà pieno di incognite

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Mantova Se la serrata totale si avvicina, dato che la crescita dei contagi da coronavirus non si attenua, c’è da esplorare un altro aspetto, quello economico, che allarma non poco le società dilettantistiche. Siamo nel mezzo di un’emergenza sanitaria senza precedenti nel dopoguerra: un eventuale annullamento cancellerebbe i risultati sportivi sin qui conseguiti, rendendo vani gli sforzi economici delle società, che hanno ingaggiato giocatori di livello, in alcuni casi ex professionisti, per poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. Qualche mugugno, almeno a livello informale, si è alzato, da parte di qualche sodalizio della nostra Regione che ha speso molto, ma difficilmente arriverà alle orecchie di chi ha il difficile compito di gestire la situazione. Il Crl, gestito da persone responsabili e capaci, farà di tutto per garantire la prosecuzione e la regolarità della stagione, perchè quello è il suo compito, ma sarà una missione impossibile. E lunedì potrà esserci una presa d’atto importante, visto che sarà data l’interpretazione del nuovo decreto che imporrebbe a tutti i livelli la presenza di un medico ad allenamenti e partite. Quasi impraticabile sotto l’Eccellenza. Il sottile equilibrio del denaro, del resto, è anche il più grande ostacolo a terminare i campionati: giocare a porte chiuse rende zero, recuperare in settimana costerebbe comunque due mensilità di rimborsi in più a tutti i giocatori, perchè si finirebbe a maggio inoltrato se non giugno (il regolamento prevede che in casi eccezionali non si vada comunque oltre il 30/6). L’Eccellenza, invece, quest’anno è stato stabilito che dovrà terminare le fasi regionali il 24 maggio. Un cane che si morde la coda, insomma: investimenti (pur in un settore di pura passione ed intrattenimento) in fumo, budget tuttavia da non sforare. Con la grande incognita della possibile penuria di sponsor nel prossimo futuro. La batosta del coronavirus non sarà solo nel fisico (di meno persone possibili, si spera) e nel morale di una regione e di una nazione, ma anche a livello economico. Qualche azienda farà fatica, qualcun’altra rischierà di andare a gambe all’aria per una recessione che si prospetta severa e simile a quella del 2008. La disoccupazione, giocoforza, aumenterà. Soldi per il calcio, almeno nell’immediato, ce ne saranno di meno. In tutto questo, il reset può essere un’opportunità: se non altro per fare finta, a settembre, che questo sia stato soltanto un incubo.