“La dittatura è un metodo facilissimo, la democrazia un sistema complesso”, Fabrizio Gatti parla del suo libro

MANTOVA – È sembrato di assistere a un film di spionaggio. “Educazione americana”, il romanzo di Fabrizio Gatti, presentato dal criminologo ed esperto di sicurezza urbana Luigi Caracciolo, ha tenuto col fiato sospeso la platea del Museo San Sebastiano. Il libro è la storia, vera, di una squadra clandestina della CIA, al servizio del governo degli Stati Uniti per condizionare le democrazie in Europa, prima tra tutti quella italiana, attraverso la “confessione” di ex agente, Simone Pace.
“Il libro è nato per caso”, ha raccontato l’autore, “da una telefonata giunta in redazione di una voce che mi proponeva una storia in cambio di soldi. Naturalmente ho rifiutato perché non ho mai pagato per una notizia. Una fonte è tale se ci sono alla base principi comuni ossia l’art. 21 della nostra Costituzione. La stessa voce si è poi rifatta viva qualche tempo, dicendo che aveva riflettuto sulle mie parole e aveva deciso di condividere gratuitamente un’esperienza di vita”. Ne è nato un racconto degli ultimi trent’anni di storia italiana e internazionale, con verità molto diverse e molto più scomode da quelle ufficiali. Da Mani Pulite al rapimento di Abu Omar, dalla Uno Bianca all’agente americano morto nel Tevere a Roma. “Perché Pace ha scelto me? Probabilmente per il mio lavoro di inchiesta e come infiltrato prima per Il Corriere della Sera e poi per l’Espresso”, ha detto Gatti, “sono convinto che Pace abbia detto la verità e che, anzi, abbia tenuto ancora qualcosa per sé”. Simone Pace non va immaginato come una spia alla James Bond. “A me si è presentato con una barba folta che non penso porti abitualmente così come gli occhialini”, ha detto l’autore, “è entrato nei servizi segreti dopo il servizio di leva in Polizia. Quando viene chiamato a fare l’esame della macchina della verità, per lui, è il punto di non ritorno”. Quello che emerge è un quadro che, a rigor di logica, avrebbe ben poco a che fare con un paese democratico. “La dittatura è un metodo facilissimo, la democrazia è un sistema complesso. La linea di demarcazione è la partecipazione. Il nostro lavoro di cittadini è quello di conoscere e informarci”, ha sottolineato il giornalista. Con una certezza: “Il mondo è disegnato al di fuori dei circuiti legali”, ha concluso Gatti.