Viadana – Evasione da 750mila euro con l’associazione no profit

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Viadana Secondo l’accusa avrebbe utilizzato l’associazione di promozione sociale giovanile di cui è legale rappresentante come schermo per evadere le tasse: il tutto, stando alle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, per un’evasione fiscale da 750mila euro, di cui redditi non dichiarati per oltre 638mila euro ed un’evasione ai fini dell’imposta sul valore aggiunto per circa 110mila euro. Nello specifico a finire nel mirino delle Fiamme Gialle di Reggio Emilia l’associazione “Love Generation”, considerata dagli investigatori della tenenza di Guastalla, evasore totale. L’associazione, nata nel 2010 da un gruppo di giovani e organizzatrice di eventi tra il Reggiano e il Mantovano (in special modo nel Viadanese), sarebbe stata solo in apparenza “senza scopo di lucro”: un paravento che sarebbe servito, sempre secondo le indagini delle Fiamme Gialle, scaturite da controlli ad hoc, per non pagare le imposte. Il soggetto giuridico in questione infatti, costituito come ente “no profit” sotto forma di associazione con finalità di promozione culturale ed artistica, si prefiggeva lo scopo di diffondere e realizzare progetti di solidarietà sociale, promuovendo campagne di prevenzione sociale contro l’abuso di alcol, pubblicizzando come nel corso degli eventi sarebbe stato distribuito materiale informativo e consegnati alcol test gratuiti. In realtà, nel corso della verifica fiscale, è stato accertato come una delle attività svolte dall’associazione fosse proprio quella di somministrazione di alcolici e superalcolici in completa evasione delle imposte e senza essere in possesso di alcuna licenza per la vendita di tali prodotti. Il responsabile dell’associazione, il reggiano G.T. – docente altresì proprio all’istituto San Giovanni Bosco di Viadana – è stato quindi denunciato per reati fiscali e falso nonché accusato di aver distrutto e occultato fatture e altri documenti: nel corso delle perquisizioni infatti avrebbe tentato di giustificare gli introiti esibendo un documento che attestava falsamente come gli incassi non fossero attribuibili alla sua associazione, ma ad un altro ignaro soggetto. Secondo le indagini avrebbe anche speso i ricavi a scopo personale, da serate in discoteca a spese al ristorante, acquisti di abbigliamento sportivo e di prodotti di cosmesi, acquisto di bomboniere e palloncini in occasione di celebrazioni.