Natale o primavera? È effettivamente giusto chiederselo, visti anche i 19 gradi toccati ieri a Mantova e i 16,5° di venerdì, temperature che hanno battuto ogni record dicembrino in fatto di caldo anomalo. Lontano l’ultimo precedente. In questo mese non faceva così caldo dal 22 dicembre 1989, quando la temperatura massima toccò in città i 18,3 gradi. Valori eccezionali sono stati raggiunti ieri pomeriggio anche in quota con temperature vicine ai 15 gradi nelle vicine alture della Lessinia. Quella di Mantova non è stata una temperatura isolata. In Valpadana qualche città ha spuntato temperature da maggio come nel caso di Bologna, Modena e Ferrara, vicine ai 24 gradi. Anomalie termiche pesanti sono attualmente presenti su tutta l’Europa ma anche gli Stati Uniti e il Canada stanno vivendo il dicembre più caldo della loro storia. Tanto caldo nel nord Italia è dipeso dal foehn, il caldo vento subalpino che scendendo dalle montagne verso l’area padana subisce un’inevitabile compressione e quindi un forte riscaldamento. È per altro un vento molto secco: si spiegano così i numerosi incendi scoppianti sulle Prealpi occidentali. In Veneto il vento di foehn non è quasi mai avvertito – con la sola eccezione del veronese – perché qui le Alpi hanno un’altitudine minore. Di positivo c’è semmai il rimescolamento delle masse d’aria avvenuto negli ultimi due giorni dopo un periodo di forte inquinamento da polveri sottili, tipico delle aree di alta pressione. Poche le novità attese nei prossimi giorni, all’insegna di un tepore insolito, ma sempre più spesso presente nel cuore dell’inverno. Vivremo giornate molto simili almeno fino alla fine della prossima settimana e in linea generale le temperature sono destinate a scendere. Tra oggi e Santo Stefano si prevede quindi cielo sereno o poco nuvoloso ma più freddo. Cesserà il foehn, quindi le temperature sono destinate a scendere: se di notte torneranno attorno allo zero, durante il giorno si manterranno fra i 10 e i 13 gradi, valori comunque superiori alle medie del periodo di almeno 5 o 6 gradi. Più nubi e temperature più contenute sono attese nella seconda metà della settimana, quando le nubi prevarranno sul sole. Qualche novità potrebbe sopraggiungere negli ultimi giorni dell’anno. Una maggiore ondulazione delle correnti zonali atlantiche ha buone probabilità di introdurre aria fredda nord-atlantica nel Mediterraneo, sufficiente a generare depressioni di una certa intensità. Con questi presupposti, il Mediterraneo vedrebbe maggiore dinamicità seppur in un contesto per nulla freddo ma comunque in grado di dispensare qualche pioggia in pianura e un po’ di neve sui monti oltre i 1500 metri. Quanto a gennaio, per i modelli previsionali non sono all’orizzonte rovesciamenti di fronte. L’ipotesi concreta di un mese simile a dicembre farebbe risultare l’attuale inverno come il più caldo della storia.