Volley B maschile – Emiliano Giglioli al passo d’addio: “Un viaggio durato 20 anni”

Emiliano Giglioli
Emiliano Giglioli

MANTOVA E’ arrivato al capolinea. Il viaggio di Emiliano Giglioli nel volley giocato si ferma qui, come lui stesso ha annunciato. Di un bel viaggio si è appunto trattato, fatto di tante emozioni. Avrebbe voluto concluderlo diversamente, ma il Coronavirus glielo ha impedito. “Giglio”, 35 anni, centrale di ruolo, lascia il volley dopo le sue ultime tre stagioni al Top Team. Ci spiega la sua sofferta decisione, presa dopo aver iniziato da bambino e una carriera durata vent’anni: «Ci riflettevo da un po’ anche se rimandavo di anno in anno. Mi sarebbe piaciuto smettere dopo una stagione vissuta fino in fondo, ma è arrivato il virus. In più gli anni e il lavoro cominciavano a farsi sentire. Con orari più pesanti che mi facevano fare le corse e mi hanno fatto perdere energie. A luglio nasce mia figlia e le priorità sono cambiate. Ho dovuto fare una scelta e ho sacrificato il volley. Lo dico dispiaciuto perché ho compagni e dirigenti fantastici e non sono nemmeno stato tanto bene di stomaco prima di decidere. Ho il rimpianto di non avere visto come sarebbe andata a finire la stagione. Il fisico fatica a sopportare certi sforzi e devo focalizzare le mie attenzioni su altro. Continuerò a rompere le scatole ai mie compagni. Non si libereranno facilmente di me e continuerò a seguire le partite di cartello». Emiliano prova a fare il riassunto della sua carriera iniziata nella sua Liguria: «Ho cominciato giovanissimo ad Albissola in B e in pochi anni volevo arrivare in serie A. A Genova una super squadra e poi ho scelto di continuare a giocare padrone del mio cartellino. Così sono arrivate Lavagna, Massa Genova e poi Molfetta nel 2009, il mio trampolino di lancio. A Segrate ho giocato il mio primo campionato in A2, ma a Molfetta è arrivata la soddisfazione di salire in A1: la prima promozione non si scorda mai. Milano, Reggio Emilia e ho messo le basi per andare a vivere a Verona. All’ultimo ho firmato per Sora in A2. Mi ricordo, sotto 2-0 nella finale con Vibo, che abbiamo fatto il miracolo e conquistato la promozione. Tornato al Nord, ho fatto l’ultimo anno di A2 a Montecchio ma ho iniziato a lavorare. Da qui la scelta di venire a Mantova dove col Top Team ho giocato le ultime due stagioni e mezzo. Nel primo anno ho fatto anche l’opposto e mi sono divertito, mentre nel secondo ho avuto alterne fortune. Per ottenere i risultati ho dovuto lavorare duro. Nel mio ruolo tutto è cambiato. Diventando sempre più fisico, i centimetri per me sono diventati un handicap. Non mi sono demoralizzato e voglia e testa mi hanno aiutato, così come gli allenamenti al 110%. Per affinare la tecnica mi ha aiutato molto il beach. A Molfetta in B1 ho provato la battuta in salto che mi ha permesso di essere un centrale completo». I tre anni col Gabbiano hanno concluso la sua carriera. «I ricordi più belli? La promozione in A1 con Molfetta. Ma anche la promozione di Sora arrivata in quel modo. Col Top Team ricordo la partita di Campegine contro Cordani, allora avversario. Terzo posto inaspettato e davvero un bel gruppo. Non ci siamo ripetuti l’anno dopo. Nell’ultima stagione, tanto entusiasmo e organizzazione super, con il rimpianto però di non avere completato l’opera. Siamo stati fermati sul più bello. Spero si torni a giocare col pubblico, magari tra un po’. Il calore della gente ti dà quel qualcosa in più che ritengo imprescindibile per il nostro sport. Il volley deve tornare come era prima. E’ stato un bel viaggio, senza rimpianti». A presto, “Giglio”.