MANTOVA – Regolamenti di conti fra ragazzi armati di coltelli, risse per futili motivi e tutto quanto fa “movida selvaggia”, come la chiamano a Mantova. La cronaca locale estiva ha offerto diversi episodi, apparentemente minori ancorché significativi, che raccontano di un fallimento educativo sospeso sull’esigenza o meno di norme più severe, dove i protagonisti non sono esclusivamente immigrati di seconda generazione. In particolare negli ultimi tempi si sta diffondendo un fenomeno su cui alcuni fanno spallucce mentre altri si dichiarano sconvolti: una sorta di moda blasfema irrompono in chiesa urlando bestemmie. Gli ultimi episodi sono avvenuti a Piadena, dove un sacerdote è stato prewso a pugni in chiesa, e a Legnago, dove un gruppo di giovanissimi entrava in bicicletta in chiesa bestemmiando a gran voce durante una funzione religiosa tra lo sconcerto dei fedeli. Il sindaco del comune della Bassa Veronese ha rivolto un appello alla comunità magrebina locale, cui appartengono questi ragazzi. Episodi, questi, tutt’altro che isolati e nemmeno imputabili al gran caldo. Qualcosa di simile era già successo lo scorso dicembre nel Mantovano, quando un gruppo di ragazzini aveva fatto irruzione nella chiesa di Sant’Erasmo a castel Goffredo urlando bestemmie. I ragazzini, italiani, erano stati subito individuati, convocati dai carabinieri in caserma insieme ai genitori, sanzionati e dopo avere chiesto scusa a parroco e parrocchiani, messi a fare dei lavori socialmente utili, una moda, questa, che farebbe bene anche a molti altri loro coetanei.








































