Blitz di CasaPound contro la Croce Rossa, 15 militanti a processo

MANTOVA – In concomitanza con l’assemblea nazionale della Croce Rossa un gruppo di attivisti di Casapound aveva inscenato una plateale protesta nei pressi del tendone dov’erano riuniti circa 500 delegati. Ma dal lancio di un fumogeno si era innescato un principio di incendio che aveva costretto i partecipanti al raduno ad abbandonare la tensostruttura. I fatti, occorsi a Solferino, risalivano al 21 giugno 2013. Stando agli accertamenti investigativi, il gruppo di estrema destra intendeva manifestare contro la ristrutturazione degli organici con cui anche l’organizzazione umanitaria era ormai chiamata a fare i conti. Subito dopo il parapiglia, i militanti di Casapound erano quindi stati identificati dalla Digos: l’organizzazione aveva da tempo messo nel mirino delle proprie proteste la Cri circa la paventata ipotesi di una sua privatizzazione, arrivando anche ad occupare alcune sedi in diverse località italiane. Quell’atto, particolarmente eclatante, aveva destato grande scalpore dato che nella località morenica erano giunte delegazioni della Croce Rossa da tutta Italia nonchè alcuni rappresentanti della Mezzaluna Rossa: tra i principali punti all’ordine del giorno della riunione vi era infatti anche un programma di aiuti a favore delle popolazioni civili della Siria. Con le accuse di radunata sediziosa, accensioni ed esplosioni pericolose e delitti colposi di danno erano quindi finiti a processo quindici persone. Dei tre capi d’imputazioni a loro contestati in origine l’unico ancora non estinto per intervenuta prescrizione è risultato soltanto l’ultimo. Secondo tale fattispecie di reato gli imputati, diversi dei quali rappresentati in giudizio dall’avvocato Marco Tenca, per colpa ed imprudenza avrebbero provocato un incendio lasciando cadere su sterpaglie torce e fumogeni da loro utilizzati in cooperazione durante l’adunanza in modo da far propagare le fiamme nelle adiacenze della tensostruttura ove era in corso l’assemblea nazionale della Croce Rossa. Ieri mattina, davanti al giudice Arianna Busato, si è quindi tenuta la prima udienza dibattimentale con l’escussione degli agenti della Digos quel giorno impegnati dapprima nel servizio d’ordine all’assemblea della Cri e quindi nell’identificazione dei manifestanti. Il prossimo 4 giugno si procederà invece all’audizione dei testi del pubblico ministero.