Corneliani, fabbrica vuota. Adesso si spera nel ministro

MANTOVA – Sindacati confederali, Rsu e rappresentanze istituzionali presenti o in collegamento. Insomma, una giornata amaramente convulsa quella di ieri alla Corneliani, dove l’assemblea “oceanica” (tale definita dalle stesse parti sociali) ha fatto il punto sulle prossime mosse da compiere in relazione al comunicato aziendale che falcidia un dipendente su 3, a fronte di un passivo cumulato di 12 milioni.
Ma quali mosse adottare per poter parlare con la proprietà del brend virgiliano famoso in tutto il mondo, ma per il 51% del capitale azionario trasferito nel Bahrein? La via istituzionale parrebbe quantomeno la più rassicurante.
«Per me è stato importante ascoltare le vostre storie, la vostra forza, la vostra unione. Tutta la città è con voi e faremo tutto ciò che è possibile, con tutte le nostre forze, per uscirne insieme, per voi e per Mantova», è stato il commento del sindaco  Mattia Palazzi presente ieri per 5 ore all’assemblea generale che ha svuotato lo stabilimento produttivo. Stesse parole che ricalcavano quelle dallo stesso primo cittadino postate sui social l’altro ieri: «Ho già informato la vice ministro dello sviluppo economico. Difenderò con le unghie e con i denti i lavoratori della Corneliani. Ci metterò tutto il cuore, la tenacia e la diplomazia di cui dispongo. Tutta la città lo farà».

Fra comprensibile ansia e sconcerto per la doccia fredda – sia pure attesa da alcuni mesi –, l’assemblea “oceanica” con il sindaco Palazzi, durante la seconda giornata di sciopero, è stata indizio di una adesione ancora maggiore di quella di giovedì. La stessa Filctem-Cgil ha corrisposto con vivo apprezzamento alla risposta dei dipendenti che hanno lasciato l’azienda completamente deserta per le 5 ore di “ascolto della fabbrica” da parte della massima istituzione cittadina. «Un grazie al primo cittadino di Mantova che si è impegnato a chiedere con noi il ritiro dei 130 esuberi dichiarati l’altro ieri dall’azienda», è il comunicato Filctem.