Falso dentista, confessa di non essere laureato ma lo salva la prescrizione

MANTOVA Sentenza di non luogo a procedere a fronte dell’estinzione del reato per prescrizione. Questo il verdetto, del tutto scontato stante i termini processuali scaduti già dal 16 agosto scorso, emesso ieri dal giudice Alessia Perolio nei confronti di Renzo Bianchi, 71enne di Mantova, finito sul banco degli imputati per esercizio abusivo della professione medica nonché, inizialmente, anche per furto di energia elettrica (ipotesi questa poi decaduta a seguito di remissione della querela da parte della persona offesa). I fatti a lui ascritti risalivano all’agosto del 2016 quando i carabinieri di Mantova, dopo una serie di appostamenti davanti a un condominio di via Semeghini, nel quartiere di Te Brunetti, avevano fatto irruzione nell’appartamento dell’uomo. All’interno, come appurato in sede testimoniale, la scoperta dei militari: medicinali scaduti un po’ ovunque e un “ambulatorio ” in sala da pranzo, con un divano al posto della poltrona da dentista. Norme igieniche a dir poco ignorate così come confermato pure in sede testimoniale dalle diverse clienti le quali, ignare del fatto che l’imputato non fosse odontoiatra ma solo odontotecnico, si erano fatte sostituire capsule o protesi dentarie al modico costo di 150-200 euro senza fattura. E a tirarsi definitivamente la zappa sui piedi nel corso della penultima seduta dibattimentale era stato lo stesso accusato, difeso nella circostanza dall’avvocato Luigi Medola, affermando candidamente di non essersi mai laureato ma solo diplomato in odontotecnica. Un “autogol” comunque indolore ai fini di un’eventuale condanna.