Investimenti rischiosi al buio: eredi risarciti dopo oltre 20 anni

Il tribunale di Brescia, sede della Corte d'Appello

MANTOVA Avevano fatto una serie di investimenti su suggerimento della banca senza però sapere che erano ad alto rischio. Alla fine in effetti il capitale impegnato è passato da un miliardo e mezzo di lire a un milione e mezzo di euro. Nel frattempo però la loro banca da Bam è diventata Mps, le lire sono diventate euro, sono passati quasi 25 anni, e i soldi persi da una coppia di agricoltori sono stati risarciti al figlio perché loro nel frattempo sono morti. Una vicenda giudiziaria iniziata alla fine del secolo scorso è terminata poco più di 10 giorni fa in corte d’Appello a Brescia dove era stata rinviata dalla Cassazione, i cui giudici della sezione civile hanno riconosciuto colpevole Mps di non avere adempito agli obblighi informativi nei confronti dei clienti che li avevano citati per danni. Questi, una coppia di agricoltori mantovani, si erano rivolti allo studio dell’avvocato Roberto Vassalle, autentico specialista per casi del genere, dopo avere accusato una perdita complessiva per circa un miliardo e mezzo di vecchie lire; soldi investiti in varie azioni (Olivetti, Telecom e altre), in più operazioni con la prospettiva di fare alti guadagni. Ciò che non era stato spiegato bene agli investitori era che più alto era il guadagno in prospettiva, altrettanto alto era il rischio di perdere tutto. Ciò che era poi accaduto. A quel punto partiva la causa con la banca che è stata portata avanti fino ai giorni nostri. Nel frattempo Bam era diventata Mps e le lire erano diventati euro. Veniva quindi ricalcolata la cifra investita in circa 800mila euro, cui si aggiungevano circa 700mila euro di rivalutazione. Intanto la causa seppure lentamente andava avanti e non sempre andava bene per la coppia di investitori, tanto e vero che la banca veniva assolta in secondo grado, quando approdava per la prima volta alla Corte d’Appello di Brescia. Il legale della coppia, cui si aggiungeva in corso d’0opera l’avvocato Francesca Virgili, stesso studio, che all’epoc a della prima causa non aveva ancora fatto l’esame per l’abilitazione professionale, ricorreva in Cassazione, dove nel 2020 arrivava la parziale riforma della sentenza d’appello. La causa veniva quindi rinviata di nuovo a Brescia dove finalmente un paio di settimane fa veniva pronunciata la sentenza definitiva che riconosceva la banca responsabile del mancato adempimento degli obblighi informativi. I giudici accertavano la perdita tramite una consulenza tecnica e la fissavano in un milione e mezzo di euro. Sentenza definitiva e immediatamente esecuitva. Nel frattempo i due coniugi sono venuti a mancare. Il risarcimento è stato quindi ereditato dal figlio.