MANTOV AÈ sempre colpa di qualcun altro. Questo è il succo dei ragionamenti con cui i protagonisti che hanno in mano la sanità lombarda giustificano i continui errori e fallimenti di cui dovrebbero invece assumersi le responsabilità. Ho sempre pensato una cosa molto semplice: chi sta in cima, ha l’onore di rappresentare una comunità, il dovere di governare molte teste e la responsabilità dell’esito del lavoro prodotto.
In Lombardia, e Mantova non fa certo eccezione, invece ci si comporta in altro modo. In un’intervista dello scorso 18 marzo, il dottor Stradoni, direttore generale dell’ASST di Mantova, giustificava la lentezza della campagna vaccinale in provincia di Mantova rispetto a quella di Cremona con il fatto che nella nostra provincia arrivassero meno dosi perché nel cremonese ci sono due ASST, quella di Cremona e Crema, e quindi, se le dosi scarseggiano, almeno un lotto di dosi deve essere garantito ad ogni ASST. Peccato che la provincia di Mantova abbia circa 50mila abitanti in più di quella di Cremona. È normale che un direttore di ASST risponda così, come se non fosse parte del governo della sanità lombarda? Non sarebbe il caso invece che il direttore della nostra ASST alzasse la voce e pretendesse che Regione Lombardia distribuisse i vaccini in funzione del numero di abitanti presenti sul territorio? Invece no, siccome in provincia di Cremona ci sono due ASST, va bene così e non si discute.
Nel frattempo, nei giorni scorsi, sono state rinnovate le promesse sulla partenza dei poli vaccinali del nostro territorio, in particolare a Mantova (Grana Padano Arena) e a Gonzaga; ma è già arrivata la notizia di uno slittamento di almeno una settimana. Motivo: carenze di dosi? Mancanza di personale? Intoppi nella macchina organizzativa? E chi lo sa chiaramente? Certo la nostra ASST non è campione di risposte certe.
Lo sanno bene i nostri anziani ultra 80enni sparsi sul territorio che non hanno ancora ricevuto il famoso SMS con l’appuntamento per effettuare il vaccino; la società che gestisce questa comunicazione è ARIA, i cui vertici, ora sostituiti, sono nominati da un partito politico che ha contribuito in questi anni a disfare la sanità pubblica lombarda. Ci si sarebbe aspettato almeno un soccorso da parte della nostra ASST per compensare una tale vergogna, ma invece no, è colpa di altri.
Alzando lo sguardo fino a Milano, in questi giorni la scena è tragicomica. Giulio Gallera lascia interviste in ogni dove dicendo “visto che il problema non ero io?”; Letizia Moratti, che ha preso il posto di Gallera, continua a fare annunci dicendo che la campagna vaccinale in Lombardia finirà a giugno mentre le partenze di molti poli vaccinali continuano a subire rinvii (vedi Mantova); Bertolaso, annunciato come il salvatore e fortemente voluto da Salvini, ha risolto più nulla che poco e non sa più che pesci pigliare. E il capo dei capi? Il potentissimo governatore Attilio Fontana? Boh, e chi lo sente più quello? In caso di bisogno citofonare “Salvini”.
Tornando a Mantova, è notizia dei giorni scorsi che l’Ospedale Carlo Poma ha intenzione di esternalizzare radiologia ai privati. La motivazione ufficiale è alleggerire le lista d’attesa, allungate a causa del blocco dell’attività ambulatoriale imposta dalla pandemia. È questa la vera motivazione? O ce n’è un’altra che ha radici più profonde nel tempo e un chiaro disegno originario? Andate a chiederlo a quei molti medici del nostro ospedale che da mesi testimoniano lo smantellamento in atto con il rischio che il Poma diventi un piccolo ospedale di periferia.
Purtroppo se questi medici si azzardano a parlare in pubblico rischiano grosso. Perché la politica di centrodestra di questi anni ha imposto due semplici regole: la prima è basta parlare di sanità pubblica e di medicina del territorio, quella è roba vecchia, molto meglio la sanità privata con i suoi centri di eccellenza, è molto più remunerativa, è lì il futuro. La seconda regola è dire sempre che tutto va bene, che la sanità lombarda è l’eccellenza.
Sembra di sentire i violini dell’orchestra del Titanic, che hanno continuato a suonare fino all’ultimo. Il problema è che i primi ad affondare saranno i semplici cittadini, non i direttori delle ASST, i vertici di ARIA, la giunta Fontana o il commissario Bertolaso. Ma è la Lombardia bellezza, di che ti lamenti? Senti che musica…