Riforma Cartabia, ok all’abbreviato ma solo se si rinuncia all’appello

MANTOVA  La mera vicenda processuale, approdata ieri mattina innanzi al collegio dei giudici del Tribunale di via Poma, attiene all’ennesimo caso di maltrattamenti in famiglia. Sul banco degli imputati, nello specifico, un trentenne cittadino rumeno residente nell’Alto Mantovano. Una vicenda risalente all’autunno del 2019 e quindi successiva all’entrata in vigore della legge sul “codice rosso” che, oltre a stabilire l’inasprimento delle pene circa i casi di violenza di genere, ne ha altresì modificato la competenza del giudice, non più in composizione monocratica ma collegiale. Ma detto caso di specie ha contemplato un altro e più recente novità normativa, afferente la cosiddetta riforma Cartabia. L’imputato infatti, rappresentato dagli avvocati Viviana Torreggiani e Marika Dolci, ha chiesto ed ottenuto di poter affrontare il giudizio con rito abbreviato salvo la rinuncia in caso di condanna all’impugnazione della sentenza di primo grado e a fronte di un ulteriore sconto di pena pari ad un sesto. In sostanza, tramite l’istituto giuridico della rimessione in termini l’accusato ha potuto presentare istanza di rito alternativo, benché già comparso in prima udienza, contemplante un regime sanzionatorio di favore, (con doppio sconto di pena di un terzo e di un sesto) solo ad esclusione del ricorso in appello.