Violenza sessuale e stalking alla ex, chiesti 8 anni e mezzo per un 33enne

MANTOVA Otto anni e sei mesi di reclusione. Questa la pesante richiesta di condanna avanzata, ieri pomeriggio in requisitoria, dal pubblico ministero Lucia Lombardo nei confronti di un 33enne italiano del Basso Mantovano, finito alla sbarra con le accuse di violenza sessuale, stalking, maltrattamenti, violenza privata, violazione di domicilio, danneggiamento, lesioni ed estorsione. Ipotesi di reato queste, costategli lo scorso dicembre, l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal giudice per le indagini preliminari di via Poma su richiesta dello stesso sostituto procuratore titolare del fascicolo.
Le indagini del caso infatti, secondo quanto disciplinato dalla normativa sul cosiddetto “codice rosso” erano scattate alcuni giorni prima il suo arresto, a seguito di un presunto grave episodio da lui perpetrato ai danni della persona offesa, stando sempre al quadro accusatorio avallato dagli inquirenti, il 29 novembre 2021. Nello specifico il giovane, difeso dagli avvocati Emanuele Luppi e Silvia Salvato, non accettando di essere appena stato lasciato dalla compagna, ormai esasperata da mesi di quotidiane vessazioni e violenze domestiche, l’avrebbe quindi aggredita costringendola altresì a subire un rapporto sessuale non consenziente. Una situazione per lei di perenne pericolo, quella venutasi a creare nell’ultimo periodo della loro relazione che, tra reiterati atti persecutori, soprusi e percosse, aveva portato alla fine la persona offesa a troncare il rapporto e a denunciare il fidanzato. Per preservare la propria incolumità, su consiglio di carabinieri e procura, si era così anche trasferita temporaneamente in un luogo protetto, al riparo dall’ormai ex ragazzo il quale, di contro per vendicarsi, durante tale periodo le avrebbe pure tagliato le gomme dell’auto nonché distrutto casa.
Su di lui inoltre penderebbe pure un’accusa di estorsione, relativa alle minacce subite dalla donna per la restituzione di circa 4mila euro. Un ampio novero di accuse tutte fermamente respinte dallo stesso imputato, sempre ieri prima della chiusura della fase dibattimentale, in sede di proprio esame. Una relazione, secondo quanto da lui dichiarato al collegio dei giudici presieduto da Gilberto Casari, iniziata per caso nell’estate del 2020, quando l’uomo stava finendo di scontare in regime di custodia domiciliare una precedente condanna a dieci anni di carcere, e quindi sfociata all’incirca un anno dopo in una breve convivenza, prima della decisione della donna – a processo quale parte civile con l’avvocato Cristian Pasolini che per la propria assistita ha chiesto un risarcimento di 50mila euro – di troncare definitivamente, «su consiglio del proprio psicologo». La sentenza è attesa per il 21 novembre.