Un Panariello senza tempo strappa applausi al GP Theatre

MANTOVA “I miei nonni mi hanno cresciuto con una variazione al metodo montessoriano: a calci nel culo”. Giorgio Panariello non usa giri di parole per raccontare la sua infanzia nel prologo dello spettacolo al Grana Padano Theatre interamente incentrato sulla sua vita. La comicità toscana che lo contraddistingue accompagna il pubblico nelle vivaci scorribande a margine in cui dal cilindro estrae i suoi personaggi più famosi come il bagnino Mario, oppure il campanaro ubriacone Merigo.
Li racconta e al tempo stesso si racconta Panariello, che spazia nel tempo con impeccabile maestria raccontando di quando da piccino faceva qualsiasi tipo di lavoro pur di raccattare qualche soldino “ho fatto pure il garzone di bottega, quello che consegna la spesa a casa e a pensarci bene Deliveroo l’ho inventato io”. Il passato che abbraccia il presente è una sorta di ritornello all’interno dello spettacolo con Panariello che piazza una stoccata dopo l’altra agganciandosi alla pandemia e alla compulsività dell’acquisto.
“Abbiamo comprato di tutto con un click: ho passato giorni a guardare semi di finocchio nella speranza che crescessero. La mia compagna è schiava dell’acquisto online: compra di tutto e a casa mia ogni dieci minuti c’è un corriere che suona alla porta. Sono arrivato al punto di sperare siano i testimoni di Geova”. Come in ogni spettacolo autobiografico che rispetti non mancano gli angoli bui, che Panariello snocciola con un velo di tristezza parlando di una ragazza madre che lo ha abbandonato ai nonni e di un padre che a tutt’oggi non ha conosciuto. “La favola mia” oltre a ripercorrere le tappe della vita del comico toscano tocca anche sketch già visti, già sentiti ma ugualmemnte convincenti per la schiettezza con cui sono esposti.
“I miei nonni erano vecchi, ma vecchi vecchi. Non come adesso che a forza di un ritocchino qui e un ritocchino là si prendono le supposte per bocca. I miei compagni di scuola mi prendevano in giro per la loro vecchiaia e mia nonna non mi aiutava: ricordo che per merenda tutti gl’altri avevano yogurt, brioche e cioccolata, mentre lei mi metteva nello zaino un panino con le acciughe marinate. Avevo i gatti che mi seguivano fin sotto la porta di scuola”. Uno spasso, Panariello, e anche se non si è visto nulla di nuovo tutto è stato abbondantemente tanta roba.