Al giovane dottorando Robel Papotti di Moglia il premio per i Giovani Ricercatori

MOGLIA – Ventotto anni, di Moglia, un presente come ricercatore ed un futuro davanti a lui che sei prospetta più che mai raggiante nel mondo della scienza e della medicina. Si tratta di Robel Papotti, dottorando in Clinical and Experimental Medicine dell’Università di Modena e Reggio Emilia che, assieme a Federico Pozzo del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano in Friuli, si è aggiudicato la terza edizione del Bando Giovani Ricercatori, istituito dalla Fondazione Italiana Linfomi, ottenendo una borsa di studio del valore di centomila euro grazie ad un progetto di ricerca nel campo delle malattie linfoproliferative. «Il premio non è solo mio, ma è frutto di un lavoro di squadra, con il professor Stefano Sacchi e la professoressa Samantha Pozzi, oltre a Federico e al team di Aviano». Come si apprende dal sito dell’UniMoRe, il progetto che ha trionfato al bando e che ha visto protagonista Robel assieme al suo team di lavoro, punta sull’identificazione dei nuovi marcatori biologici di prognosi e potenziali target terapeutici nel sottotipo più comune di linfoma non Hodgkin, il infoma diffuso a grandi cellule B, che colpisce soprattutto soggetti adulti o anziani, caratterizzato tipicamente dal coinvolgimento di una o più sedi linfonodali o extralinfonodali e da una rapida espansione della massa tumorale. «Durante le terapie – continua Papotti – il 30-40% dei pazienti non risponde positivamente. Noi vogliamo studiare il modo di trovare dei trovare dei marcatori molecolari, come può essere una specifica proteina, che ci permettano di capire quali pazienti non avranno benefici dalla terapia, per indirizzarli immediatamente verso un altro tipo di cure». Un traguardo importante e decisamente blasonato per il dottor Papotti, ben lontano però dall’idea di adagiarsi sugli allori: il bello, infatti, arriva proprio adesso. «Lavoreremo sulle casistiche del modenese e di Aviano attraverso uno studio retrospettivo, ovvero con campioni che abbiamo già, dai quali sappiamo tutte le dinamiche del paziente; dovremo correlare l’andamento di questi ultimi con l’andamento molecolare».