CASTELLUCCHIO – La necessità a Castellucchio di un sottopasso da realizzarsi nella prima fase del progetto di raddoppio della linea ferroviaria Mantova-Codogno è sempre più al centro di un dibattito tra gli abitanti.
Da un lato, c’è chi, come i consiglieri d’opposizione, lo ritengono indispensabile per la sicurezza delle persone e soprattutto di chi deve accedere a vari servizi presenti nel centro del paese e a tal proposito insistono sull’esigenza di considerarlo una priorità e, dall’altro, chi lo ritiene un’opera accessoria che può anche essere realizzata nella seconda fase del progetto come risulta dai documenti esistenti.
La realizzazione del sottopasso ciclopedonale, secondo il punto di vista delle opposizioni, che non intendono mettere in discussione la validità del progetto nel suo complesso, è da preferire all’esecuzione del sottopasso previsto in Fase 2 del progetto. Lasciando in secondo piano i problemi legati all’assenza di pianificazione e finanziamento dei lavori di Fase 2 che collocano la realizzazione del sottopasso in via della Repubblica molto in là nel tempo. Per questo i sostenitori dell’inserimento dell’opera nella prima fase ribadiscono che gli utilizzatori di questo passaggio, se e quando verrà realizzato, sarebbero immessi nei due sensi di strade promiscue: tracciati stretti e senza marciapiede altamente frequentati dalle auto, dai carichi pesanti, dalle moto, delle biciclette e dai pedoni con, in più, mezzi sempre parcheggiati sui due lati.
Inoltre, il sottopasso previsto in Fase 2 presenta difficoltà esecutive che includono espropri di aree private, numerosi passaggi carrabili e riposizionamento di condotte e tubi relativi ad altri servizi. Alla luce di tutto ciò è inevitabile, sempre per i consiglieri d’opposizione, giungere alla conclusione che gli alti costi possano portare a rimandare, se non a cancellare l’opera stessa.
Altro aspetto sottolineato è che vi sono Comuni, come Bozzolo, che hanno ottenuto di modificare il progetto iniziale aggiungendo un sottopasso ciclopedonale ritenuto indispensabile dalla popolazione. Da lì, dunque l’invito all’amministrazione, da parte della minoranza, a far sentire la propria voce.