Ciclismo – Edo Affini: “Al Giro con grande entusiasmo”

Edoardo Affini
Edoardo Affini

MANTOVA L’edizione 105 del Giro d’Italia è pronta a partire. E uno dei possibili protagonisti sarà Edoardo Affini. Il giovane campione di Buscoldo lo scorso anno, sulle strade virgiliane della corsa in rosa, diede uno spettacolo ancora oggi nella memoria dei mantovani presenti lungo il tracciato o davanti alla tv. Ora, si dice, è un’altra storia, ma è certo che lui sin da oggi sulle strade ungheresi in occasione della frazione inaugurale, la Budapest-Visegràd di 195 km, ed ancor più domani nella prima delle due cronometro in programma, cercherà di migliorarsi, magari cogliendo quel successo che ha sfiorato nel 2021 sul traguardo di Verona. Edo ha le idee chiare sul compito che l’attende, vale a dire lavorare tappa dopo tappa a favore del capitano della Jumbo-Visma Tom Dumoulin, uno dei possibili pretendenti al gradino più alto del podio. Questo però non gli impedirà di tentare, se le condizioni si creeranno, il colpo grosso, un alloro che andrebbe ad impreziosire una bacheca già ricca di titoli di grande rilievo. «Parto per questa ennesima esperienza al Giro d’Italia – afferma Affini subito dopo la cerimonia di presentazione della sua squadra – con grande entusiasmo, una buona condizione di forma e la consapevolezza di essere cresciuto tecnicamente. Il mio compito, anche in questa occasione, rimane quello di supporto al nostro capitano. Non nascondo che se in gara si creeranno le condizioni per dire la mia non mi tirerò certo indietro».
Quest’anno per la tua specialità, le cronometro, avrai un avversario in meno. Ti senti maggiormente stimolato?
«A prescindere dall’assenza di Filippo Ganna saranno test sempre molto impegnativi e più che la forma fisica a condizionare il risultato finale saranno le caratteristiche tecniche del tracciato. Sebbene quelle in programma non siano congeniali alle mie caratteristiche le affronterò come al solito dando il massimo dell’impegno e della volontà di non deludere le attese dei miei sostenitori».
Non si transiterà sulle strade mantovane in questa edizione. Pensi che possa ridurre gli stimoli?
«Quello no, ho sempre vissuto ogni impegno senza risparmiarmi, ma è chiaro che le emozioni che ho provato lo scorso anno un po’ mi mancheranno. Comunque per gli appassionati mantovani le opportunità di seguire da vicino il Giro vi sono viste le tappe di Parma, Reggio Emilia e Salò».
Dal tuo punto d’osservazione chi potrebbe essere l’erede di Bernal sul trono del Giro?
«Penso che sarà una lotta dura e al tempo stesso spettacolare per il trono. Ci sono al via, come sempre, atleti di grande livello tecnico. Tra questi Carapaz, Valverde, Bardet, Van Der Poel e perché no, Domoulin. Tra gli italiani non escludo atleti come Nibali e Ciccone».