Coronavirus: sport a rischio porte chiuse per un mese

MANTOVA L’emergenza coronavirus non accenna a placarsi, provocando ripercussioni su ogni ambito della vita quotidiana. Lo sport, come abbiamo visto nelle ultime settimane, non ne è stato immune, ma quel che abbiamo vissuto finora è niente rispetto agli scenari emersi nella serata di ieri. Il Comitato tecnico scientifico voluto dal presidente del Consiglio  Giuseppe Conte si è infatti presentato al vertice di maggioranza a Palazzo Chigi con una proposta radicale: stop di 30 giorni alle attività sportive. E non più a livello locale, bensì nazionale. In particolare, la proposta parlava di “manifestazioni, anche quelle sportive, che comportino l’affollamento di persone e il non rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro”. Inizialmente non era chiaro se gli eventi sportivi dovessero essere interdetti  tout court o se fosse contemplabile l’opzione “porte chiuse”. Col passare dei minuti, è emerso che le porte chiuse sarebbero state consentite, anche se al momento di andare in stampa nessun decreto era stato emanato.
Dunque, tutto torna in discussione. Nella nostra regione le attività del prossimo week-end erano state quasi tutte sospese (unica eccezione la pallavolo, che avrebbe giocato a porte chiuse), ma la speranza di tutti era che già dalla settimana prossima si sarebbe gradualmente tornati alla normalità. Nel basket, la Pompea era pronta a disputare il derby casalingo con Verona lunedì a porte aperte. Il Mantova Calcio aveva accolto con sollievo il nuovo calendario, con recuperi inclusi, stilato dalla Lega Nazionale Dilettanti. Calendario che, anche in questo caso, prevedeva partite a porte rigorosamente aperte.
Ora, invece, si abbatte una nuova scure. Il virus si sta espandendo, cresce il numero delle guarigioni ma ancor di più quello dei contagi. E non è più una questione di zone limitate, visto che sempre più regioni sono state colpite nelle ultime ore. Resta il controsenso delle porte chiuse: se appare giustificabile la prudenza utilizzata per tutelare la salute dei tifosi, non si capisce perchè consentire comunque lo svolgimento delle partite. Come se in campo non si creasse affollamento; o si rispettasse la distanza di un metro tra i giocatori. Ovvio che è impossibile.
Insomma, la situazione è abbastanza caotica. Dal Comitato tecnico scientifico del Governo filtra forte preoccupazione e grossa incertezza sulle misure da adottare. Vale per lo sport, ma anche per i grandi eventi, i meeting, i congressi e tutte le manifestazioni che prevedono una massiccia concentrazione di persone. Il vertice di maggioranza si è protratto per ore e solo oggi sapremo cosa ha prodotto. Le possibilità che si vada verso un ulteriore inasprimento delle restrizioni sono alte e pongono seri interrogativi sul regolare prosieguo della stagione di qualsiasi attività sportiva.