MANTOVA Lo slittamento non è ancora ufficiale, ma visto il protrarsi del lockdown sembra inevitabile. Questo significa che i cittadini delle sette regioni e degli oltre mille comuni chiamanti a rinnovare le rispettive amministrazioni lo potranno fare soltanto in autunno. Tra questi c’è anche Mantova, dove la pandemia del Coronavirus ha interrotto una campagna elettorale che stava entrando nel vivo. Ne abbiamo parlato con il candidato del centrodestra Stefano Rossi, che per prima cosa ha voluto rivolgere un ringraziamento a medici, infermieri e personale sanitario dell’ospedale Carlo Poma «che da settimane stanno lavorando eroicamente in modo instancabile per salvare tante vite umane. Sono il nostro orgoglio».
Lei, come del resto molti cittadini, si è sentito in obbligo di difendere l’operato della Regione Lombardia e in particolare del governatore Attilio Fontana dai recenti attacchi del Pd.
«La nostra Regione, che ha praticamente fatto da cavia all’Europa intera, meriterebbe elogi e non i vergognosi attacchi di un partito che ormai si distingue solo per le offese. Da cittadino ringrazio il presidente Fontana, l’assessore al Welfare Giulio Gallera e tutta la giunta lombarda per la grande dimostrazione di efficienza che, pur in difficoltà inimmaginabili, stanno dando. Un grazie doveroso va inoltre alle forze dell’ordine e a tutti coloro che da settimane lavorano per permettere alla struttura economica della nostra città di reggere e continuare a vivere».
Anche il sindaco di Mantova Mattia Palazzi si è accodato alle critiche dei colleghi di centrosinistra nei confronti di Fontana, che tra l’altro è leader del Movimento Lombardia Ideale, a cui si ispira la sua lista civica “Mantova Ideale”.
«Francamente ho trovato la loro polemica del tutto strumentale e fuori luogo in quanto gli stessi erano costantemente in contatto con il governatore tramite videoconferenze giornaliere. E Fontana si è giustamente risentito di questo comportamento. Chiedo a tutti, ora che finalmente i numeri del contagio stanno iniziando lentamente a scendere, cosa sarebbe accaduto se il sistema lombardo non fosse stato in grado di reggere l’urto della pandemia. Purtroppo, lo dicono i fatti, siamo stati abbandonati per un mese da uno Stato che decretava l’emergenza sanitaria di sei mesi a partire dal 31 gennaio, ma era tutt’altro che pronto a mettere in atto le misure per contenerla. E purtroppo i tentennamenti del governo li pagheremo a lungo».
A causa della pandemia le elezioni cittadine saranno posticipate di alcuni mesi. Questo non rischia di far perdere un po’ di “sale” alla competizione?
«Quando finalmente si comincerà a tornare ad una vita vicina alla normalità ci saranno ben altre priorità, in quanto la gente avrà preoccupazioni molto importanti e tanti problemi da risolvere. Di certo, qualsiasi sarà la data prescelta noi ci faremo trovare pronti all’appuntamento presentandoci con il centrodestra unito, forte di una proposta molto importante e soprattutto concreta per tornare alla guida della nostra città».
Da qualche mese l’intera coalizione di centrodestra che la sostiene appare molto più compatta rispetto ai primi momento. Cos’è cambiato?
«Il confronto ha sortito i frutti sperati. Confermo che stiamo lavorando alacremente per ultimare un programma fatto su misura per i mantovani, nessuno escluso. Siamo coesi come non mai e il periodo di lavoro trascorso insieme ha confermato l’unità di intenti e la voglia di tutti di far rinascere Mantova. E anche in queste settimane di forzato stop è continuata la nostra attività con videoconferenze, grazie alle piattaforme esistenti in rete. Chi come me ha un’esperienza imprenditoriale alle spalle ha il dovere morale di impegnarsi per migliorare la comunità, elaborando soluzioni e progetti per essere immediatamente pronti nel momento in cui l’emergenza sanitaria sarà terminata».
Nelle settimane che hanno preceduto l’emergenza sanitaria, ai gazebo aveva avuto la possibilità di conoscere molti cittadini: cosa le hanno detto o chiesto?
«In effetti stavamo per rendere pubblico il nostro programma elettorale ed eravamo prossimi ad inaugurare la nostra sede elettorale. L’entusiasmo dei mantovani era davvero molto promettente. Da lì dobbiamo ripartire appena ci sarà la possibilità di farlo. Il nostro pensiero va a tutte le persone che in questi giorni stanno soffrendo, a chi sta lottando in un letto di ospedale, a chi è in isolamento in casa e a chi ha perso un proprio caro. Senza dimenticare chi ora versa in difficoltà economica».
Ma quali sono i punti qualificanti del vostro programma?
«Mantova versa da ormai troppo tempo in una situazione di grave crisi economica e le ricette che sono state adottate dall’attuale Amministrazione non si sono dimostrate all’altezza. Negli incontri che ho avuto con i cittadini è emerso un malcontento generale dovuto ad aspettative deluse, ad opere ed interventi promessi e mai realizzati e, cosa peggiore, alla rassegnazione per una città che davanti ai loro occhi si è spenta come una candela, perdendo la sua luce vitale. Lavoro, infrastrutture e sicurezza saranno i punti cardine della nostra azione».
Matteo Vincenzi