Mantova «Far ripartire il calcio è una decisione difficile, non mi sembra ci siano le condizioni per rischio zero». Così Gianni Rezza, dell’Istituto Superiore di Sanità. Parole che sembra condividere anche il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, in un’intervista rilasciata a Radio24. «Le parole del dottor Rezza? Dobbiamo imparare ad ascoltare, e qualche volta farlo in silenzio, cosa che prima del virus avevamo dimenticato. Avrei voluto vedere non oggi ma ieri i giocatori in campo, perché vorrebbe dire che il paese sta meglio. E’ ancora molto triste, però un po’ di sollievo avremmo potuto arrecarlo. Ma la salute va messa al primo posto, e Rezza bisogna ascoltarlo». l numero 1 della Serie C interviene anche sul protocollo medico da applicare al calcio in tutte le categorie. «La salute viene prima di tutto e il protocollo sanitario, al di là se dovranno “sistemarlo”, va applicato dalla serie A a tutte le categorie dei dilettanti, perché il virus non fa distinzioni, come ci ha dimostrato mettendoci tutti a casa. Comunque questo protocollo – continua – ci crea una serie di problemi: dobbiamo applicarlo, altrimenti non c’è calcio, ma servono strutture mediche e qui non ci sono medici volontari. E le settimane del “periodo chiuso” per preservare il gruppo, la squadra? Andiamo in hotel? E i costi?» Ipotizzabile allora una serie C a due volti, con C1 e C2? «Dobbiamo essere aperti – risponde Ghirelli – perché non ci troveremo nello scenario nuovo così come siamo entrati. Abbiamo un piano strategico e lo presenteremo il 4 maggio in assemblea: con continuità e coraggio, dobbiamo chiudere la stagione della cultura dei fallimenti e ripartire».