SAN MARTINO Possibili problemi finanziari in vista per il Comune di San Martino dall’Argine qualora, come si ipotizza, l’ente sarà costretto a pagare circa 600mila euro per il contenzioso del gas. L’amministrazione sarebbe, infatti, costretta ad aumentare le aliquote per cercare di coprire la cifra e salvare il paese dal dissesto.
«Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato, non così presto – spiega con rammarico il sindaco Alessio Renoldi -. L’appello inizialmente era previsto per ottobre 2020, poi è stato anticipato a fine 2018, quindi ora stiamo aspettando l’esito definitivo. Il lodo arbitrale era stato una botta tremenda per il Comune, 478.588 euro oltre iva, imposte, tasse etc, per un totale stimato di oltre 600mila euro. Se dovesse essere confermato questo importo – continua -, per noi risulterà senz’altro un debito fuori bilancio, e si aprirà una fase molto delicata, che non ci permette di escludere nulla, nemmeno il predissesto dell’ente, cioè un piano di riequilibrio finanziario che vedrebbe aumentare la pressione fiscale anche oltre i limiti consentiti dalla legge ordinaria».
Un rischio cui, per ora, l’amministrazione comunale sta cercando di correre ai ripari escludendo qualsiasi tipo di intervento non necessario. «Sarà adeguata l’Imu sui terreni, che finora era l’unica tassa non ancora al massimo, e l’addizionale Irpef allo 0,8 per tutti, portando però la soglia di esenzione da 5mila a 10mila euro di reddito, per agevolare le fasce di reddito più deboli. In questi anni ce l’abbiamo messa tutta per diminuire il debito e ci siamo anche riusciti». Precisazioni, quelle del sindaco dove non mancano, però stoccate al passate amministrazioni ribadendo come «nel 2013, quando si è insediata questa amministrazione, c’erano oltre 40 mutui attivi e oltre 3milioni di euro di debiti. Ora sono meno di 3milioni, ma la situazione è ancora pesante, e questa sentenza potrebbe vanificare molti degli sforzi fatti finora».
Un contenzioso, quello del gas, che ha radici nell’ormai lontano 2005 quando il Comune affidò la gestione del gas a Tea. Decisione in seguito alla quale la società A2A (oggi Unareti) promosse un lodo arbitrale per violazione contrattuale e l’indennizzo pari al valore degli impianti: diatriba che vide il Comune condannato a pagare la somma di 478.588 euro oltre iva, interessi legali, imposte, tasse etc.. Da lì il ricorso alla Corte d’Appello di Bologna, che deve ora pronunciarsi. Un indennizzo che nel caso di San Martino potrebbe avere conseguenze ben peggiori che su quelle degli altri enti coinvolti nella vicenda: «a differenza di altri Comuni, che da anni accantonano risorse per far fronte alla situazione, San Martino non l’ha fatto quando poteva, e non ha potuto farlo negli ultimi anni perché gravato da una montagna di vecchi mutui. A nessuno piace adeguare le aliquote delle tasse, non paga a nessun livello, tantomeno a fini elettorali, ma gli amministratori, per il bene del paese, devono fare anche scelte impopolari. Abbiamo ereditato questa situazione ed ora non possiamo che affrontarla cercando di preservare la stabilità economica garantendo comunque i servizi essenziali».
Grana gas a San Marino: rischio super multa per il Comune
Aumento delle tasse in vista per tamponare un indennizzo da 600mila euro