MANTOVA È proseguito ieri pomeriggio con l’esame dell’imputato il processo instaurato a carico di Salvatore Azara, 59enne di Castiglione delle Stiviere, accusato in concorso con altre persone del furto di sette supercar sequestrate nell’ambito dell’operazione Formula, blitz che nel 2017 aveva portato all’arresto di Piervittorio Belfanti. Un caso questo, dove per paradosso l’imputato di un procedimento connesso per associazione a delinquere è anche persona offesa per il furto dello stesso corpo di reato nel giudizio che lo riguarda. «Quella mattina del 10 agosto 2017 – ha raccontato in aula il 59enne – al momento del mio arrivo nella concessionaria di via Spalti ho trovato una bisarca davanti all’ingresso. Dopo aver spiegato al conducente del mezzo pesante che non c’erano auto da caricare me ne sono andato in ufficio. Quando sono uscito la bisarca era già andata via». Durante la prima udienza avevano deposto il camionista che aveva trasferito le 7 vetture di lusso (Bmw 730, Bmw X6, Mercedes Cl 63, Audi A3, Audi A4, Bmw M4, Mini Cooper) del valore complessivo di 300mila euro in un deposito in provincia di Bergamo, e lo stesso titolare della ditta di autotrasporti che aveva inviato il proprio autista a Mantova. Quest’ultimo aveva dichiarato di essere stato contattato da una persona che gli aveva spiegato che si trattava di auto provenienti dal fallimento di una concessionaria tedesca. Lo stesso teste aveva inoltre ricordato come stesse per inviare il proprio autista a Padova perché nella mail aveva letto che le auto si trovavano in una concessionaria di Cittadella. Dopo le precedenti testimonianze, di altri due coimputati che a suo tempo avevano scelto il giudizio con riti alternativi, ovvero quella di Gaetano Fortugno, condannato lo scorso maggio a 3 anni di reclusione e quella di Mario Tonello, ex presidente della municipalizzata Indecast e candidato sindaco nel 2012 a Castiglione delle Stiviere, condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, sempre ieri è toccato a Roberto Bonavoglia, 39enne di Ponte San Pietro, che aveva invece patteggiato dieci mesi e 20 giorni di reclusione, raccontare la propria versione dei fatti.
Lorenzo Neri