Lina non sa ancora che suo figlio è stato ammazzato

MANTOVA Non è stata ancora sentita e non saprebbe ancora che suo figlio è morto ammazzato.  Lina Graziati è una delle vittime collaterali di questa guerra scoppiata tra le mura del suo appartamento di via Mozart. Avrebbe trascorso i due giorni in cui era stata abbandonata in casa, convivendo con il cadavere del figlio senza vederlo. Ai soccorritori che venerdì scorso l’hanno portata via da quell’inferno in cui era rimasta imprigionata aveva detto che stava aspettando che il figlio tornasse dal lavoro. In un altro momento aveva invece detto di sapere che suo figlio era a letto, ma che non era entrata in camera per non disturbarlo. Di fatto aveva delle ferite da arma da taglio. Secondo  Elena Scaini gliele avrebbe fatte suo figlio al culmine di una lite. Gli inquirenti però la penserebbero diversamente. I vicini hanno descritto la 79enne come una donna che negli ultimi tempi si era andata rabbuiando, preoccupata dal deterioramento del rapporto tra il figlio e la nuora. Altri vicino alla famiglia raccontano che la donna alternava negli ultimi tempi momenti di lucidità a momenti di vuoto, questi ultimi che negli ultimi tempi si sarebbero fatti sempre più frequenti e prolungati. Da venerdì scorso l’anziana donna, dopo le cure del caso, è stata affidata a una struttura per anziani. Sistemati anche i due gatti che vivevano nell’appartamento e il cane che la 53enne si era portata dietro fino a Zocca.