MANTOVA Nemmeno il tempo di montare le strutture, godersi un propizio febbraio con punte primaverili al termometro di 17 gradi, e già si deve sbaraccare. Sarà un anno da dimenticare questo anche per gli operatori del luna park che hanno dovuto interrompere le prestazioni con quasi un mese di anticipo sulla data canonica di scadenza per la fiera di San’Anselmo.
Ancora ieri lo spettacolo sullo spalto del Te era desolante. Solo qualche curioso di passaggio, mentre ogni attrazione era ferma o coperta da teloni. Nemmeno il classico “frittelone” da godersi en passant. Tutto fermo, tutto chiuso. Ma sul versante delle incombenze burocratiche, comprese le tasse di occupazione del suolo pubblico, l’amministrazione comunale non ha potuto fare a meno di andare incontro, anche economicamente, ai danni subiti dai gestori.
Quest’anno la fiera è iniziata regolarmente il 1° febbraio, ma già il 23 del mese scorso era scattato lo stop per tutti i luoghi di richiamo e di aggregazione. «Ho incontrato le rappresentanze degli operatori del luna park – spiega il vicesindaco Giovanni Buvoli, delegato alle attività produttive – e abbiamo convenuto che le attrazioni possono essere smontate prima del tempo. Nulla fa pensare che prima del 3 aprile si possa tornare alla normalità. Abbiamo pertanto convenuto che l’amministrazione considererà come tempo utile per il pagamento della Cosap soltanto i giorni di attività, scontando tutti quelli di fermo forzato, che verranno restituiti».
Anche per gli operatori, in ogni caso, non si prospettano giorni facili, non potendo andare oltre la Lombardia per riaprire le attività, e non potendo nemmeno esercitarle in regione sino al 3 aprile.