Pronto soccorso per malati immaginari, molti gli accessi inappropriati

L'ospedale Carlo Poma di Mantova

MANTOVA C’è che si presenta dicendo di avere male un piede, chi arriva preoccupato del fatto che sta perdendo i capelli, e chi semplicemente ci vede poco. Sono alcuni dei casi-limite, ma neanche troppo, denunciati da sedicenti pazienti al triage del pronto soccorso di Mantova. Nei giorni scorsi sulle pagine del Corriere è comparso un servizio sui pronto soccorso milanesi in base al quale più del 90% degli accessi è definito come “inappropriato”, nel senso che moltissimi casi potrebbero essere trattati dal medico di base. E al Carlo Poma come vanno le cose? Forse non siamo al 90%, spiegano proprio dal triage, però ci andiamo vicino. Un vecchio ritornello quello degli accessi inappropriati, ovvero per questioni di infima gravità e soprattutto privi di qualsiasi urgenza. «È storia recente, spiega un’infermiera, quella di un tizio che si è presentato proprio qui dicendo di avere male a un piede. Gli abbiamo chiesto se aveva preso una storta o una botta. Non so, ci ha detto quello, sarà un anno che mi fa male e non mi è ancora passato». Un altro ha deciso invece di giocare d’anticipo e si è presentato in reparto dicendo che da circa un mese aveva un bruciore ad un occhio. C’è poi il paziente sulla trentina che con i primi sintomi di invecchiamento va in pronto soccorso a chiedere un consulto per frenare la perdita dei capelli, perché al Poma il consulto è gratis mentre quello del tricologo è a pagamento. Insomma c’è un’umanità dolente che in realtà è sanissima, che ogni giorno presidia la sala d’attesa del triage del Poma per farsi curare patologie che quando esistono non sono di competenza di un reparto come il pronto soccorso che si occupa di urgenza ed emergenza. In questo periodo, poi, con i medici di base in ferie, questi accessi inappropriati aumentano in modo esponenziale. Spesso a ricorerre alle cure del pronto soccorso sono persone anziane che vivono da sole e che nel periodo del grande esodo di agosto non possono nemmeno contare su figli e nipoti. Ma oltre a questi pazienti più o meno cronici, le corsie del pronto soccorso del Poma si riempiono dei personaggi più svariati, che vanno dall’ipocondriaco a chi è semplicemente in cerca di un luogo con l’aria condizionata per sfuggire alla canicola di questi giorni. Forse basterebbe mettere un ticket anche sui consulti per guarire un buon 90% dei pazienti in astanteria.