Grido dall’allarme dalla Cgil: la produzione cala. Primo segno meno dopo sei anni di crescita

MANTOVA Il verdetto della Unioncamere parrebbe spietato: il calo produttivo della Lombardia nel secondo trimestre dell’anno (primo segno negativo dopo 24 trimestri consecutivi nel segno più) è attestato allo 0,9%, ma – ciò che è peggio – nel calo regionale, Mantova dà il peggio del peggio, seconda solo alla performance negativa di Lecco. Un -3% è il grave segnale della crisi virgiliana, che raggiunge addirittura il -17,7% nel distretto della calza. Campanello d’allarme che non tarda a muovere le preoccupazioni della Cgil e del segretario provinciale  Daniele Soffiati, che invita a correre ai ripari elaborando una strategia di distretto.
Ma vedioamo in dettaglio le analisi specialistiche. Il 2019 si era aperto in contrazione per le esportazioni dei distretti tradizionali lombardi, che registravano una variazione tendenziale del -1,5%, a valori correnti, quantificabile in circa 109 milioni di euro di export in meno rispetto al primo trimestre 2018. Il risultato risultava inferiore alla media distrettuale nazionale (+2,7%).
Tale performance rientrerebbe, a detta degli analisti di settore, in un quadro di generale rallentamento dell’economia e del commercio mondiale, peraltro penalizzato dal confronto col primo trimestre 2018 che era stato particolarmente brillante per le esportazioni della nostra regione.
Nei primi tre mesi dell’anno le performance dell’export distrettuale lombardo sui mercati maturi sono state lievemente positive (+0,9% tendenziale), nonostante gli arretramenti subiti in Germania (-29 milioni, -2,3%). Sono state trainanti le vendite negli Usa (+47 milioni, +8,9%) e in Canada (+19 milioni, +35,5%), dove sono evidenti gli effetti del Cet, l’accordo economico commerciale tra Ue e Canada entrato in vigore alla fine del 2017.
Al contrario, i mercati emergenti hanno mostrato un nuovo calo (-5,4%), penalizzati dagli arretramenti subiti in Cina, Polonia, Turchia e Russia.
Tra i distretti in crescita (respiro di sollievo per la nostra provincia) emergono le realtà dell’agroalimentare: principalmente il lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale (+17,3%), i vini e distillati (+13,5%) e il riso (+3,1%).
Ma ragionando in termini settoriali, il quadro risulta fortemente negativo al punto che su 13 comparti ben 7 hanno registrato cali produttivi; taluni fortemente contratti, come quelli virgiliani.
Rispetto a quelli detti, gli altri distretti, in apertura d’anno, appaiono assai più in difficoltà. Specie all’interno del settore della moda troviamo il seta-tessile di Como (-5,9%), il tessile e abbigliamento della Val Seriana (-1,7%), l’abbigliamento-tessile gallaratese (-4,3%) e la calzetteria di Castel Goffredo (-17,7%).
Inevitabile la preoccupazione dei sindacati, che non attende il fatidico settembre per auspicare interventi. «Il calo della produzione lombarda è preoccupante – commenta Daniele Soffiati –. Il dato relativo alla nostra provincia è decisamente più negativo: – 3% contro il -0,9% regionale. Risulta evidente il rallentamento dell’abbigliamento: -10% nella regione, ma addirittura -17,7% per quanto riguarda il distretto della calzetteria a Castel Goffredo. La situazione, che segnaliamo da tempo, è sempre più grave. Serve una strategia di distretto, è necessario per le aziende del nostro territorio fare sistema, o il calo della produzione e la perdita di posti di lavoro, già pesantissima, sarà inarrestabile»