Trovato l’accordo: Sergio Rossi è il candidato del centrodestra di Roncoferraro

L’okè arrivato dopo giorni di impasse tra le segreterie provinciali

Il candidato Sergio Rossi

RONCOFERRARO La fumata bianca alla fine c’è stata. Dopo una serie d’incontri tra i partiti e le componenti civiche – alcuni dei quali non propriamente proficui al punto che si era arrivati ad una fase di prolungato stallo – la coalizione di centrodestra ha deciso di puntare sul nome di Sergio Rossi, consigliere comunale uscente di minoranza nell’ultima legislatura. Sarà dunque Rossi, 47 anni domani sera, farmacista, a sfidare l’attuale sindaco Federico Baruffaldi e il candidato scelto dal Pd Carlo Alberto Filippi. La riunione che ha sciolto gli ultimi residui dubbi si è svolta giovedì sera.
Se Fratelli d’Italia e la Lega avevano in pratica già dato il loro benestare da qualche settimana, Forza Italia aveva preferito prendere ulteriore tempo. Alla fine l’accordo è stato trovato, e così dopo parecchi anni la coalizione potrà presentarsi unita anche a Roncoferraro. Il candidato ha percepito l’unità d’intenti nel centrodestra, quella che si augura possa consentirgli di creare una filiera virtuosa tra Comune, Regione e Governo centrale in caso di affermazione. Trovare la quadra su un candidato che accontentasse tutti, o quasi, non è stato facile. Il gioco di incastri è apparso più complicato del dovuto, ma qualcuno, facendo notare ad uno degli alleati che il tempo cominciava a scorrere inesorabilmente, è riuscito a sbloccare l’impasse. Nessuna dichiarazione ufficiale dalle segreterie provinciali del centrodestra, anche se più di una persona, al termine della riunione dell’altra sera, si sarebbe sbilanciata definendo la candidatura di Rossi «una premio alla coerenza e alla lealtà». Una dichiarazione, si presume, per voler evidenziare il quinquennio passato da Rossi tra i banchi dell’opposizione, prima nelle file del gruppo Volta Pagina, quindi in solitaria quando i colleghi Mario Rigoni e Luca Papotti avevano optato per appoggiare il sindaco Baruffaldi dopo la rottura di quest’ultimo con il Partito Democratico.

Matteo Vincenzi