Quota sociale più bassa alla Canottieri Mincio, l’ex presidente Mistrorigo rivendica la scelta

Gianni Mistrorigo

MANTOVA La recente intervista rilasciata alla Voce dal presidente della società Canottieri Mincio, Aldo Lancia, è stata letta anche dall’ex presidente Gianni Mistrorigo, che ritiene di fare alcune puntualizzazioni. «I temi da trattare – spiega Mistrorigo – sarebbero molteplici ma in questa occasione voglio soffermarmi su due dichiarazioni in particolare. In primis, tra le molteplici analisi introdotte dal vecchio consiglio di amministrazione, in carica fino al 25 giugno scorso, una ha riguardato appunto l’indagine sulla composizione anagrafica della base sociale anche rispetto alla popolazione generale di Mantova e provincia.
I risultati sono stati presentati ai soci nel corso dell’incontro informativo del 21 gennaio 2023, al quale evidentemente il Presidente Lancia non ha potuto partecipare. Da lì nasceva quindi la preoccupazione per l’invecchiamento del corpo sociale oltre che la perdita di base sociale legata anche alle difficoltà economiche post Covid. Da questa presa di coscienza, nasce la nostra decisione, deliberata in maggio dal Cda, di inserire nell’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria del 25 giugno, la proposta di diminuzione, da 2800 a 2400 euro, della quota a fondo perduto, a partire da gennaio 2024. Questa è la ricostruzione corretta del fatto in oggetto. La paternità è nostra e il termine “abbiamo” usato dal Presidente, non è ammissibile. Il secondo elemento di rettifica rispetto alle dichiarazioni rilasciate riguarda l’adeguamento piuttosto che l’aumento della quota di frequenza per il 2023. Il nostro Cda ha applicato, secondo una precisa previsione statutaria (articolo 8a), l’indice Istat, e non un numero a caso. Il Cda ha considerato l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi) rispetto al dicembre 2021, corrispondente all’11,3%. La nostra indicazione è stata ritenuta corretta dal collegio sindacale, addetto al controllo di legalità. Aggiungo che l’adeguamento è sempre stato puntuale e non sul dato medio e mai osservazioni sono arrivate dai collegi sindacali che si sono succeduti e neppure dalle ispezioni ministeriali».