Ricorre oggi, 11 agosto, il 71° anniversario dalla scomparsa di Tazio Nuvolari, il mantovano conosciuto e ricordato universalmente come il “Campione”. La nostra è una memoria doverosa perché il pilota di Castel d’Ario in tre decenni di vita agonistica, sulle due e quattro ruote, ha saputo diventare il più popolare, il più travolgente e il più acclamato. Nessuno come lui è stato temerario, coraggioso, eroico e vincente tanto da diventare una leggenda ancora viva. Una leggenda e tanta storia perché è innegabile, che Tazio è stato il pilota capace di entusiasmare folle oceaniche in tutto il mondo dove tutti accorrevano per vederlo ed essere testimoni delle sue impareggiabili gesta. Azioni da leggenda, che non hanno affascinato solo gli sportivi, o il popolo, ma anche i grandi personaggi come Gabriele d’Annunzio o potenti della terra come Hitler, che gli strinse la mano e il Presidente Roosevelt, che davanti a lui si tolse il cappello.
Nel 71° anniversario dalla scomparsa di Tazio Nuvolari ripercorriamo alcuni momenti delle sue gesta, uniche per temerarietà e coraggio, divenute una leggenda inimitabile.
Tazio nasce, cresce e vive a Casteld’Ario da una famiglia agiata, che gli permette una gioventù interessante. Il padre Arturo e lo zio Giuseppe sono audaci sportivi e il giovane ne assorbe lo spirito agonistico, che sprigiona liberamente ben presto con coraggio e audacia. È adolescente quando sottrae la moto allo zio e corre a Mantova per reperire le scarpe della sorella, che deve esordire al gran ballo. Lo bloccano i militi, che gli chiedono la patente, che un ragazzino non possiede, ma è scaltro nello spiegare ai tutori dell’ordine, che deve riportare il mezzo allo zio. Le guardie lo seguono, ma svoltato l’angolo monta fulmineamente in sella e fugge veloce verso Casteld’Ario, fiero di portare il dono alla sorella Artura.
Assiste ai grandi eventi motoristici bresciani di inizio secolo e sogna di diventare corridore sui nuovi mezzi. Si dota della licenza da pilota, ma scoppia la Grande Guerra e diviene forzatamente un audace del volante delle autolettighe trasportando i feriti dal fronte all’ospedale. Lui combatte con la velocità per abbreviare le sofferenze dei commilitoni colpiti in battaglia.
Le armi finalmente tacciono, riprendono le competizioni e con la rinnovata licenza del Moto Club d’Italia, Nuvolari è pronto per correre anche se non è più giovane. La guerra ne ha forgiato il carattere o meglio il “fegato” e non teme sfide. La sua “prima” è nella vicina Cremona, ma all’ombra del Torrazzo “stecca” in sella alla Della Ferrera. Non molla e l’anno dopo è secondo nell’impegnativo Circuito del Garda: è questo il segno, che è nato per correre.
Non dispone di auto performanti, si concentra sulle due ruote e coglie importanti vittorie divenendo ben presto il pilota più vincente e popolare per la sua audacia. Tazio non si sente mai battuto anche quando le sue condizioni fisiche, sportive e tecniche non lo favoriscono. È mal ridotto dopo l’incidente a Monza sull’Alfa P2, ma stoicamente pochi giorni dopo, tutto fasciato e ingessato si fa legare sulla moto Bianchi 350 “Celeste” e parte per ultimo. Non lo ferma la pioggia battente e nemmeno gli avversari, che li lascia tutti alle spalle e trionfa nel Gran Premio delle Nazioni di Motociclismo (1925).
Sorprende tutti nella Mille Miglia del 1930, batte i favoriti, vince, realizzando il record della corsa (100,450), che sarà sempre ricordata per l’inimitabile sorpasso alle prime luce dell’alba, che leggenda vuole a fari spenti, ai danni di Achille Varzi, l’eterno rivale. Sfida l’impossibile nell’estate del 1935 quando sull’autostrada Firenze-Mare lancia l’Alfa Bimotore sul miglio a 336, 252 Km/h: divenendo l’uomo più veloce sulla terra. Nel Gran Premio di Germania del 1935 sulla (datata) Alfa Romeo BP3 sfida i piloti tedeschi, a casa loro, in gara sulle nuove potenti e filanti Auto Union (Audi) e Mercedes. Sul difficile Circuito del Nurburgring non teme i rivali e con una corsa tenace, inimitabile e mozzafiato taglia vittorioso il traguardo. Davide, cioè Tazio, batte il gigante Golia, ovvero i tedeschi e un infuriatissimo Hitler abbandona la tribuna e la cerimonia. La folla oceanica applaude e inneggia al pilota italiano riconoscendone i meriti.
Tazio Nuvolari è audace, coraggioso e inimitabile: è il Campione!
Attilio Facconi