Uccise il padre a coltellate, perizia psichiatrica per Lorenzo Prandi

MANTOVA – Una perizia psichiatrica per stabilire l’esatto grado di intendere e di volere al momento del delitto. È quanto stanno predisponendo i nuovi difensori di Lorenzo Prandi, il 50enne di Ostiglia accusato di aver ammazzato a coltellate il padre Mario, 75 anni, lo scorso 14 luglio al culmine di una lite in casa per futili motivi. La coppia di avvocati che assiste il parricida reo confesso, subentrata recentemente al collega Carlo Spaggiari, sta infatti, attendendo la conclusione delle risultanze investigative per raccogliere tutto il materiale probatorio necessario e poter così affidare l’incarico peritale ad un consulente, già individuato in uno specialista in psichiatria di Firenze. Ed è proprio circa l’effettiva imputabilità o meno dell’indagato che i legali del 50enne stanno ora studiando le prossime mosse prima di comparire in udienza preliminare davanti al gip nonchè altresì in attesa di una pronuncia della Corte Costituzionale che, a breve, potrebbe aprire la strada ad una richiesta di rito abbreviato, in caso di rinvio a giudizio dell’uomo, al momento negata in caso di omicidi perpetrati in ambito familiare da congiunti stretti. Una possibilità che porterebbe quantomeno ad evitare una quasi certa condanna all’ergastolo in caso di processo e su cui punta in via subordinata la difesa, secondo cui invece, in via principale, il totale vizio di mente del 50enne, tuttora ristretto nella casa circondariale di via Poma, è pressochè assodato e palese. Per quanto concerne invece il fronte delle indagini sono in fase conclusiva le analisi scientifiche effettuate dai Ris di Parma sugli oggetti repertati sulla scena del crimine, in primis l’arma del delitto. La tragedia si era consumata nella tarda serata del 14 luglio quando, poco prima delle 23 una telefonata al 118 da parte dello stesso assassino aveva fatto scattare l’allarme. All’arrivo di sanitari e carabinieri nell’appartamento di via Colombo 9 però, in cui padre e figlio convivevano da circa un anno, per l’anziano non c’era stato più nulla da fare. Troppo gravi le ferite riportate dalla vittima al torace e all’addome. Stando alla ricostruzione dei fatti il diverbio tra i due sarebbe sorto in merito al volume del televisore, ritenuto troppo alto dall’omicida il quale in preda ad un raptus aveva quindi afferrato un coltello da cucina e attinto il genitore, in quel momento seduto sul divano, con quattro fendenti, uccidendolo sul colpo. Accusato di omicidio volontario pluriaggravato da futili motivi e dal rapporto parentale Lorenzo Prandi, in sede di convalida dell’arresto davanti al giudice per le indagini preliminari, si era subito assunto la piena responsabilità del proprio gesto; un delitto maturato in una situazione di insofferenza per la convivenza forzata con il padre nonchè acuito da diversi fallimenti personali della propria vita, che dalla morte della madre, occorsa una decina di anni fa, era passata per il divorzio dalla moglie, dalla quale aveva avuto due figlie, dalla perdita del lavoro nel settore dell’informatica, dall’abbandono della nuova compagna e, infine, dal ritiro della patente, circostanza quest’ultima che lo aveva costretto a ritornare a vivere con il padre.