Ogni anno milioni di animali soffrono e muoiono in laboratorio

Immagine di senivpetro su Freepik

Ogni anno, il 24 aprile, si celebra la Giornata Mondiale degli Animali da Laboratorio; questa ricorrenza è stata istituita nel 1979 dalla National Anti-Vivisection Society di Londra, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo la sofferenza degli animali utilizzati nei laboratori scientifici e promuovere l’uso di tecniche alternative che non comportino l’uso di animali, che sono esseri senzienti, ovvero dotati della capacità di percepire o sentire cose attraverso i loro sensi. Un essere senziente è quindi in grado di avere esperienze soggettive, come dolore, piacere, calore, freddo, o altre sensazioni fisiche e psicologiche.

E’ opportuno sfruttare questa giornata per sensibilizzare ed educare il più possibile sugli aspetti etici e scientifici dell’uso degli anima25li nei laboratori.

Dal punto di vista etico annoveriamo:

  1. Diritto alla vita e al benessere: l’uso di animali nei laboratori pone la questione fondamentale del diritto degli animali alla vita e al benessere. Gli animali non dovrebbero essere sottoposti a sofferenze per benefici principalmente umani.
  2. Consenso: a differenza degli esseri umani, gli animali non possono dare il loro consenso per essere utilizzati in esperimenti. Questo solleva questioni di moralità e giustizia, soprattutto quando gli esperimenti possono comportare dolore, sofferenza o la morte.

 

E da un punto di vista scientifico invece:

  1. Risultati fuorvianti: l’uso di animali può portare a risultati fuorvianti a causa delle differenze interspecie. Per esempio, molti farmaci che si sono dimostrati sicuri ed efficaci nei modelli animali hanno poi causato effetti collaterali gravi, o sono stati completamente inefficaci negli esseri umani.
  2. Rilevanza biologica: gli animali, spesso molto diversi dagli esseri umani a livello biologico, possono non essere modelli affidabili per prevedere gli effetti di farmaci o trattamenti sugli esseri umani. Molte volte, i risultati ottenuti in studi animali non sono replicabili negli studi umani.

Gli studi sugli animali spesso soffrono di problemi di standardizzazione e di variazioni che possono influenzare la riproducibilità degli esperimenti. Questo può portare a dubbi sulla robustezza e sulla generalizzabilità dei risultati scientifici ottenuti.

 

Tra gli avvenimenti più significativi della storia italiana su questo tema c’è sicuramente il caso “Green Hill”, che torna rapidamente alla nostra memoria nonostante siano ormai passati 12 anni dalla chiusura dell’impianto.

Green Hill era un allevamento situato in Italia che forniva cani beagle per la sperimentazione animale. Questo sito è diventato famoso a livello internazionale a seguito di proteste e campagne condotte da attivisti per i diritti degli animali, culminate nel 2012 con una serie di manifestazioni e un’azione diretta che ha portato al salvataggio di numerosi cani dall’impianto.

Green Hill fu successivamente chiuso a seguito delle indagini e delle pressioni pubbliche. I proprietari sono stati processati per maltrattamento di animali, e l’attenzione mediatica e legale ha avuto un impatto significativo sul dibattito riguardante l’uso di animali in ricerca in Italia.

Quindi, sebbene Green Hill fosse notoriamente coinvolto nella questione degli animali da laboratorio, oggi non è più operativo come allevamento di cani per la sperimentazione. I cani liberati e quelli confiscati sono stati inizialmente portati in strutture temporanee e successivamente affidati a famiglie tramite adozioni gestite da varie associazioni per la protezione degli animali. 

La sua storia tuttavia ha avuto un impatto significativo sul dibattito italiano e internazionale riguardante l’uso di animali nella ricerca scientifica, portando a una maggiore consapevolezza e a richieste di regolamenti più severi e di alternative alla sperimentazione animale.

 

Benché i test effettuati sui cani sollevino su di noi un grande senso di ingiustizia, è bene sapere che non sono solo i cani a essere coinvolti nella sperimentazione animale. Numerosi altri tipi di animali sono comunemente utilizzati in laboratori di ricerca scientifica e industriale in tutto il mondo. Ecco alcuni degli animali più frequentemente coinvolti:

  1. Topi e Ratti: sono di gran lunga gli animali più comunemente usati nella ricerca scientifica. Vengono utilizzati in una vasta gamma di esperimenti, inclusi studi sul comportamento, sulla genetica, sullo sviluppo di farmaci e sulla biologia della malattia.
  2. Conigli: spesso usati in test tossicologici e dermatologici, compresi i test per la sicurezza dei cosmetici e degli altri prodotti di consumo.
  3. Scimmie e altri primati: Vengono utilizzati per la ricerca medica, particolarmente in studi relativi a malattie neurodegenerative, comportamentali e su vaccini. I primati sono vicini agli esseri umani in termini di fisiologia e genetica, il che li rende modelli di particolare interesse per certi tipi di ricerca.
  4. Maiali e Pecore: usati in ricerche biomediche, inclusi studi sul cuore e sui polmoni, e in chirurgia sperimentale, grazie alla loro dimensione e fisiologia simile agli esseri umani.
  5. Pesci come il Danio rerio (zebrafish): popolari nella ricerca genetica e dello sviluppo per la loro capacità di riproduzione veloce e per la trasparenza degli embrioni, che permette di osservare facilmente il loro sviluppo.
  6. Anfibi come il Xenopus (rospo africano): utilizzati per studiare lo sviluppo embrionale e la biologia cellulare, data la loro particolare capacità di ovulazione su richiesta e la relativa semplicità del loro sviluppo embrionale.
Immagine di freepik

Le alternative alla sperimentazione animale sono diventate sempre più importanti nel contesto della ricerca scientifica, con l’obiettivo di ridurre, rifinire e sostituire l’uso degli animali nei test. Tra le tipologie di tecniche più funzionali per evitare i test su animali c’è la cultura di cellule e tessuti in vitro). Questa tecnologia permette agli scienziati di studiare processi biologici e effetti di farmaci in un ambiente controllato, utilizzando cellule e tessuti coltivati in laboratorio. Questo riduce la necessità di animali viventi e permette studi più specifici su tipi cellulari umani.

 

Per manifestare il proprio dissenso sulla sperimentazione animale, ogni privato cittadino può adottare diverse scelte etiche per contribuire a disincentivare questa pratica e spronare l’innovazione scientifica. Queste scelte possono avere un impatto diretto e indiretto, influenzando sia il mercato che le politiche in materia in modo totalmente pacifico . Ecco alcune azioni che un individuo può considerare:

  1. Scegliere prodotti cruelty-free: optare per prodotti cosmetici, d’igiene personale e di pulizia che siano certificati come non testati sugli animali. Questo non solo riduce la domanda di prodotti testati su animali, ma supporta anche le aziende che si impegnano in pratiche etiche.
  2. Supportare la ricerca alternativa: donare a organizzazioni che finanziano e promuovono la ricerca senza l’uso di animali. Questo può includere università o enti di ricerca che sviluppano e utilizzano metodi alternativi.
  3. Educazione e sensibilizzazione: informarsi e diffondere informazioni sugli aspetti etici e scientifici della sperimentazione animale e sulle alternative esistenti. Parlare di queste questioni con amici e familiari può espandere la consapevolezza e influenzare le scelte altrui.
  4. Partecipazione a campagne e petizioni: unirsi a campagne e firmare petizioni che chiedono ai governi e alle aziende di limitare o cessare la sperimentazione sugli animali e di investire in metodi alternativi.

Adottando queste pratiche, i singoli consumatori possono avere un ruolo attivo nel promuovere un cambiamento verso metodi di ricerca più etici e sostenibili, contribuendo a creare un futuro in cui la sperimentazione sugli animali possa diventare meno necessaria o addirittura obsoleta.

 

In definitiva si può affermare che “etica” e “moralità” sono termini / concetti molto abusati e vissuti con diversa intensità / intransigenza sulla base della sensibilità allo specifico tema. Bisogna essere consapevoli che questa sensibilità non varia solo da persona a persona, ma specialmente dalla località / spazio di riferimento e dal tempo / epoca in cui si tratta un certo argomento. Niente di per sé è giusto o sbagliato, in senso assoluto, ma sempre e solo in senso relativo.