A tutto festival: Amadeus, atto 4°

L’edizione numero 73 del Festival di Sanremo, la quarta appunto con Amadeus direttore artistico e presentatore, prende il via stasera e invaderà con musica (tanta) e parole (ancor di più) l’intera settimana. È un rituale che si ripete ogni anno, tutt’altro che stanco. Anzi, da qualche tempo a questa parte si può dire che il Festival abbia riacquistato centralità nel panorama musicale italiano, attirando le star del momento, conosciute e amate dai giovani. “Con temporaneità” è una delle parole chiave dei Festival condotti da Amadeus, abile a seguire la strada tracciata prima di lui da Claudio Baglioni e Carlo Conti. Che poi la musica della cosiddetta “Generazione Z” sia anche la migliore è un altro discorso, che rientra nella sfera soggettiva: a Sanremo, da che Festival è Festival, non emerge la canzone più bella ma quella che piace di più, in linea con usi e costumi dell’epoca. Dunque, anche quest’anno, il bravo presentatore ravennate ha riempito il fin troppo corposo cast (28 big!) con parecchi nomi sconosciuti ai più, ma non ai giovani. E confermato l’appeal radiofonico come principale criterio per la selezione dei brani – o almeno della maggior parte di essi.

Tra svariati carneadi, ha estratto dal cilindro qualche nome oggettivamente eclatante. Ha convinto a presentarsi in gara Marco Mengoni e Ultimo (due, per intenderci, abituati a riempire gli stadi); ha riportato all’Ariston una fuoriclasse come Giorgia; ha riunito coppie scoppiate come Articolo 31 e Paola&Chiara, giusto per accontentare i nostalgici degli anni ’90-primi Duemila. E poi, a proposito di inattesi ritorni, come non menzionare Anna Oxa, una che la storia del Festival l’ha fatta davvero. O i Cugini di Campagna, addirittura debuttanti dopo 50 anni e passa di carriera. Insomma c’è veramente di tutto: modernità e tradizione, baldanza e nostalgia. Finora abbiamo parlato della gara.

Ma le lunghe serate sanremesi offriranno molto altro. Ad esempio le “spalle” di Amadeus: l’immarcescibile Gianni Morandi, co-conduttore da stasera a sabato. E quattro donne: la regina delle influencer Chiara Ferragni, la giornalista Francesca Fagnani, la pallavolista Paola Egonu e l’attrice Chiara Francini. Per non parlare degli ospiti fuori gara, quest’anno veri e propri mostri sacri del pop italiano: dal trio Gianni Morandi (sempre lui)-AlBano-Massimo Ranieri ai redivivi Pooh, e ancora Paoli, Vanoni, Di Capri. Tornano i Maneskin e torna anche la quota straniera, rappresentata dai Black Eyed Peas e dai Depeche Mode. Verrà addirittura ritagliato uno spazio per la drammatica attualità, con un messaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky letto da Amadeus durante la serata finale.

Altre sorprese non sono escluse: il cantiere nella Città dei Fiori è sempre aperto. Nelle pagine che seguono troverete il programma e i protagonisti delle cinque serate. Aggreganti e divisive, frivole e profonde. Attireranno applausi e critiche, regaleranno leggerezza, stimoleranno riflessioni. Musica e parole che resteranno nel tempo o svaniranno in un amen. Da 73 anni il Festival si nutre di questo. Impossibile farne a meno, e non fidatevi di chi sostiene il contrario.

Leggete la nostra guida alla 73° “Speciale San Remo”