DANTE E MANTOVA, OCCASIONE PER ESPLORARE L’ARTE DEL TRECENTO

MANTOVA Non solo il sommo poeta, nel contesto delle celebrazioni per i 700 anni dalla sua morte, ma l’ambito letterario e artistico del Trecento a Mantova sono fonte di indagine nella mostra ieri inaugurata a palazzo Ducale “Dante e la cultura del Trecento a Mantova”, che resterà aperta fino al 9 gennaio nelle ritrovate sale dell’Appartamento di Guastalla in Corte Vecchia.
Ad aprire l’evento è intervenuto il Direttore Generale dei musei del Ministero dei Beni Culturali e delle attività culturali Massimo Osanna, che ha sottolineato l’importanza dei risultati conseguiti dal Museo nell’ultimo anno di attività, anche in fatto di rete e collaborazioni sul territorio e tra istituzioni. Oltre ai cantieri aperti e alle proposte espositive, ha aggiunto il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, che permettono di spendere i fondi già acquisiti e di candidare Mantova ai sostegni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, poiché tanti restano i nodi strutturali da completare.
La mostra dedicata alle arti del XIV secolo permette valutazioni differenti sulla città e la possibile presenza di Dante a Mantova, come sottolineato dal direttore del Museo di palazzo Ducale Stefano L’Occaso: oltre alla Questio de aqua et terra, che resta cruciale per stabilire i rapporti tra il poeta e la terra virgiliana, sono significative le presenze di manoscritti danteschi, a partire dall’incunabolo mantovano del 1472, di pochi mesi successivo alla prima edizione a stampa in assoluto della Divina Commedia, avvenuta lo stesso anno a Foligno. Pensabile, poi, che Dante non sia mai passato nel Mantovano per commemorare Virgilio?
Gli interrogativi restano, ma la rassegna va a colmare un vuoto, quello inerente il complesso organico dell’arte figurativa del Trecento a Mantova, dimostrando quanto le ambizioni dei Bonacolsi prima e dei Gonzaga successivamente abbiano influito sulla fioritura delle produzioni rinascimentali. La mostra ha permesso, inoltre, la riprogettazione dell’Appartamento di Guastalla, con un allestimento permanente, con opere già in Ducale e ora arricchito da prestiti provenienti da collezioni italiane e internazionali.
Tra questi la figura di Santa Caterina con la Madonna e il Bambino, parte della Cappella Bonacolsi e proprietà della Fondazione Freddi, è affiancata al San Leonardo del Willumsens Museum di Frederikssund, in Danimarca. In mostra anche due preziosi codici miniati dalla Bibliothèque Nationale de France e dalla Biblioteca Nazionale Marciana. Poi gli esemplari della Commedia, come il manoscritto della Biblioteca Trivulziana di Milano, appartenuto alla famiglia mantovana dei Cavriani, e la prima edizione a stampa del capolavoro dalla Biblioteca Civica di Verona.
Il catalogo dell’esposizione è pubblicato da Editoriale Sometti, è possibile visitare la mostra fino al 9 gennaio 2022. Ilperf