“Lungo il fiume”: scoprire il passato per conoscere il presente

MANTOVA “Lungo il fiume. L’abitato etrusco del Forcello” è un progetto realizzato da Palazzo Ducale, in collaborazione con altri enti, per riportare al centro dell’attenzione un insediamento abitativo di grande rilievo storico e sociale, così pure per far arrivare a un pubblico vasto l’impegno costantemente applicato all’interno di un sito archeologico di grande importanza. Che appartiene al territorio mantovano. Anzi: a quello di Bagnolo San Vito. Tutti concetti ieri chiariti durante l’inaugurazione dell’esposizione, aperta al Museo Archeologico Nazionale e visitabile fino al 6 gennaio. A illustrare la rassegna sono intervenuti il direttore di palazzo Ducale Stefano L’Occaso, il Soprintendente Abap Gabriele Barucca, i curatori dell’evento Mari Hirose, Leonardo Lamanna e Marta Rapi.
La svolta per la scoperta che oggi ci consente di conoscere meglio una civiltà cresciuta nel confronto con altre popolazioni si ebbe nei primi anni Ottanta, quando un gruppo di esploratori con passione per l’archeologia, guidato da Gualberto Storti, scoprì un primo reperto. Da quel tassello nacque l’attuale sito strusco del Forcello, che prosegue nelle esperienze sperimentali e didattiche. E che oggi sappiamo essere un centro vasto, ricco e complesso, grazie alle indagini geomagnetiche.
Le suggestioni dell’originale villaggio sono riportate nella mostra all’Archeologico, che arriva dopo vent’anni dalla precedente sviluppata sullo stesso tema. Nel frattempo la tecnologia e scoperte inedite hanno consentito di ricostruire in modo più preciso gli usi del popolo che per circa 150 anni ha occupato parte dell’area mantovana. Spostandosi nel capoluogo intorno al IV secolo a. C. In quella che al tempo era una forma embrionale dell’attuale città. Poi diventata romana e successivamente longobarda.
La mostra è realizzata da Palazzo Ducale di Mantova in collaborazione con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Cremona, Mantova e Lodi e l’Università degli Studi di Milano. L’esposizione rimarrà aperta fino al 6 gennaio ed è patrocinata dall’Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, Sezione Etruria Padana e Italia Settentrionale.