ROMA (ITALPRESS) – “La risposta globale al momento” e’ “un debito illimitato per far fronte alle esigenze immediate delle imprese e delle famiglie”. Ma “dopo il presente dietro l’angolo c’e’ il futuro con la previsione di un aumento terribile della spesa per interessi che togliere forza agli investimenti pubblici e alle altre politiche per la ripresa”. Lo scrive Paolo Cirino Pomicino in un editoriale al Corriere della Sera.
“Poche sinora le voci che hanno posto il problema del domani – evidenzia l’ex ministro -. C’e’ quella di Innocenzo Cipolletta che propone la ricapitalizzare delle imprese attraverso un fondo pubblico che farebbe diventare lo Stato un azionista di minoranza di aziende strategiche per almeno cinque anni senza pero’ dire dove lo Stato troverebbe le risorse”, “piu’ articolata e completa la posizione di Carlo Messina, ad di Intesa San Paolo, che sembra giustamente quasi ossessionato dall’incerto futuro del Paese chiedendo di pensare gia’ oggi al prossimo domani. Le sue proposte vanno da un riequilibrio tra debito e Pil alla ricapitalizzazione delle imprese sino alla esigenza di riportare in Italia i patrimoni tenuti all’estero eventualmente anche grazie a uno scudo penale e al ritorno in Italia di quelle aziende che hanno delocalizzato la propria sede legale in altri Paesi a fiscalita’ vantaggiosa. Lo scudo penale peraltro non e’ sinonimo di condono fiscale come ritiene il presidente Bonomi perche’ allora le trenta famiglie piu’ ricche d’Italia che hanno grandi patrimoni all’estero sarebbero tutte evasori mentre cosi’ non e’. Un insieme di proposte, dunque, quelle di Messina, non ultima quella di coinvolgere di fatto i fondi pensione che hanno 200 miliardi investiti anche sui mercati esteri, che da’ il segno della complessita’ del futuro ma anche dell’esigenza di una chiamata generale per tutte le forze del Paese riecheggiando cosi’ un antico e smarrito sentimento nazionale”.
(ITALPRESS).
“Poche sinora le voci che hanno posto il problema del domani – evidenzia l’ex ministro -. C’e’ quella di Innocenzo Cipolletta che propone la ricapitalizzare delle imprese attraverso un fondo pubblico che farebbe diventare lo Stato un azionista di minoranza di aziende strategiche per almeno cinque anni senza pero’ dire dove lo Stato troverebbe le risorse”, “piu’ articolata e completa la posizione di Carlo Messina, ad di Intesa San Paolo, che sembra giustamente quasi ossessionato dall’incerto futuro del Paese chiedendo di pensare gia’ oggi al prossimo domani. Le sue proposte vanno da un riequilibrio tra debito e Pil alla ricapitalizzazione delle imprese sino alla esigenza di riportare in Italia i patrimoni tenuti all’estero eventualmente anche grazie a uno scudo penale e al ritorno in Italia di quelle aziende che hanno delocalizzato la propria sede legale in altri Paesi a fiscalita’ vantaggiosa. Lo scudo penale peraltro non e’ sinonimo di condono fiscale come ritiene il presidente Bonomi perche’ allora le trenta famiglie piu’ ricche d’Italia che hanno grandi patrimoni all’estero sarebbero tutte evasori mentre cosi’ non e’. Un insieme di proposte, dunque, quelle di Messina, non ultima quella di coinvolgere di fatto i fondi pensione che hanno 200 miliardi investiti anche sui mercati esteri, che da’ il segno della complessita’ del futuro ma anche dell’esigenza di una chiamata generale per tutte le forze del Paese riecheggiando cosi’ un antico e smarrito sentimento nazionale”.
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