Estorce denaro alla suocera, stangato dal giudice

Sei anni e 10 mesi di reclusione a un 40enne di San Benedetto Po

SAN BENEDETTO PO Estorsione e furto di energia elettrica; questi i principali capi d’imputazione con cui era finito alla sbarra Samuel Pizzasegale, un 40enne italiano da qualche tempo residente a San Benedetto Po e arrestato dai carabinieri a febbraio, dopo che una delle due presunte vittime aveva trovato il coraggio di denunciare l’inferno di abusi che per mesi erano state costrette a subire. I fatti a lui contestati risalivano alla scorsa estate, quando l’uomo assieme alla fidanzata, costituitasi a giudizio quale parte civile, si erano trasferiti nell’abitazione della madre di quest’ultima. Da lì erano iniziate le condotte violente perpetrate a vario titolo dall’imputato ai danni di entrambe. A scatenare tale comportamento era stata la continua richiesta di denaro giustificata dalla necessità di far fronte alle spese domestiche quali in particolare il pagamento delle bollette dell’energia elettrica. Adempimenti questi che non sarebbero mai stati effettuati alla luce anche della riscontrata manomissione del contatore Enel ad opera del 40enne. Aggressioni verbali, e a quanto pare anche fisiche, oltre a reiterate minacce di morte che nel giro di circa sei mesi avevano “fruttato” all’estorsore qualcosa come 2.270 euro, tutti spillati direttamente dalla pensione dell’anziana padrona di casa. Ieri mattina l’apertura del procedimento instaurato a suo carico. Un mese fa, davanti al collegio dei giudici, avevano sfilato i primi testimoni della pubblica accusa tra cui le due persone offese. Stando alle ricostruzioni fornite, l’uomo sarebbe stato responsabile anche di due distinti episodi di lesioni consumate ai danni della 49enne ex convivente, mentre in un occasione avrebbe anche rubato una carta bancomat per effettuare un prelievo da 170 euro. Circostanze queste che avevano spinto il pubblico ministero Lucia Lombardo ad avanzare richiesta di contestazione supplementare circa il capo d’imputazione iniziale. Ieri pomeriggio l’epilogo giudiziario di primo grado della vicenda: conclusa l’istruttoria dibattimentale il 40enne, proprio alla luce di queste suppletive accuse, è stato condannato a sei anni e dieci mesi di reclusione.