MANTOVA Minori sempre più online, ma cresce la rete delle famiglie che si alleano per innalzare l’età del primo cellulare. In Lombardia sono 43 i patti digitali, ovvero accordi informali tra famiglie che, per aiutarsi, scelgono di seguire nella quotidianità le stesse prassi con il desiderio di promuovere un utilizzo sicuro, attivo, creativo e consapevole della tecnologia. Uno di questi 43 patti digitali è nella nostra provincia. L’idea nasce dal Centro di Ricerca “Benessere Digitale“ dell’Università di Milano-Bicocca e da tre associazioni attive nel campo dell’educazione consapevole all’uso dei media (Mec, Aiart Milano e Sloworking). Non a caso è proprio il Milanese a farla da padrone con già 16 patti digitali avviati, che coinvolgono centinaia di famiglia. Anche nel resto del territorio lombardo si stanno sviluppando: sono 6 nel Bresciano, nella Bergamasca e nella provincia di Monza, 3 a Como, 2 a Lecco e Varese, e una appunto a Mantova e Pavia. Ancora nulla invece su questo fronte a Sondrio, Cremona e Lodi. Gli studi stanno, del resto, evidenziando sempre di più una correlazione tra l’uso precoce dello smartphone e il calo di competenze dei minori, ma anche con le problematiche di salute mentale sempre più diffuse tra i giovanissimi. Secondo il rapporto su “Infanzia e digitale“ di Save the children del 2025, in Lombardia, come in tutto il Nord Italia, il 23,9% dei bambini tra 6 e 10 anni usa lo smartphone tutti i giorni. Secondo lo studio Eyes Up gli studenti che aprono un profilo social in prima media ottengono punteggi mediamente più bassi nelle prove standardizzate rispetto a chi aspetta i 14 anni.








































