Calcio Serie C – Mantova, due partite per evitare ribaltoni

MANTOVA Una data (31 ottobre) e due partite (con Sudtirol e Fiorenzuola). La  deadline del Mantova è limitata a questo ristretto lasso di tempo, entro il quale la squadra dovrà dare risposte concrete e convincenti sul campo. A livello di risultati, certo. Ma, anche e soprattutto, di atteggiamento. Pena conseguenze che coinvolgerebbero l’area tecnica, allenatore in primis.
Che sarebbe stata una stagione di sofferenza era noto a tutti. Però era lecito attendersi qualcosa in più di una vittoria in 10 gare. Così com’era lecito attendersi progressi di partita in partita, che invece non ci sono stati. La sconfitta di mercoledì a Trieste è stata presa male dalla società. Per la prima volta nessuno dei tre dirigenti presenti in tribuna (il presidente  Masiello, il vice  Garzon e il dg  Pecchini) ha voluto rilasciare dichiarazioni. Da Verona tace anche  Maurizio Setti, ma questo sorprende fino a un certo punto. Il malcontento serpeggia pure tra i tifosi, sempre meno presenti allo stadio e sempre più aggrappati ai  social.
In questi casi chi rischia di più è l’allenatore. Anche se, da quanto si apprende, nessuno finora ha preso in considerazione un suo esonero, non si può dire che  Maurizio Lauro dorma tra due guanciali. Spetta a lui per primo trovare il modo per uscire dalla crisi. Innanzitutto agendo a livello motivazionale, durante la settimana oltre che in partita. L’organico di quest’anno denuncia limiti oggettivi che possono essere (quantomeno) celati con un surplus di grinta, agonismo e temperamento. Qualità che finora sono emerse soltanto a sprazzi, e sempre più di rado nelle ultime partite. Al Mantova di oggi manca il leader capace di prendere per mano la squadra e scuoterla quando serve. E nemmeno Lauro pare a suo agio in questo compito – o perlomeno non in maniera sufficiente.
E poi c’è la questione tecnica. A Trieste non è servito partire con un difensore in più. Così come non è servito schierare insieme  Guccione, De Cenco e  Paudice per impensierire la tutt’altro che irresistibile Triestina. Tocca inventarsi qualcos’altro, magari recuperando giocatori che sembrano ormai ai margini. Il caso limite è quello di  Bucolo, sempre più oggetto misterioso. Ma potremmo citare anche  Bianchi, lo scorso anno titolare quasi fisso; o  Silvestro, che mai si è risparmiato. Un rimescolamento di carte a livello tecnico e un diverso approccio a livello caratteriale sembrano insomma le uniche strade percorribili per una svolta quantomai necessaria. Si attendono segnali già da domenica col Sudtirol, anche se la vera prova del nove sarà lo scontro diretto del 31 a Fiorenzuola. Se non arriveranno, la panchina di Lauro verrebbe messa seriamente in discussione. Ammesso che il “problema” sia solo e tutto lì.