Giulio Gambardella nuova speranza dell’atletica: “Il calcio non mi manca, ora lotto con il cronometro”

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Giulio Gambardella con la maglia del Lecce; ora corre per l'Atletica I Gonzaga

MANTOVA Prima di Alessandro Spanò, capitano della Reggiana assurto agli onori della cronaca per la “clamorosa” decisione di lasciare il calcio per lo studio, anche  Giulio Gambardella aveva preferito i libri al pallone, il percorso universitario (studia Business Administration a Francoforte) alla promettente carriera di calciatore (ha giocato nel Sassuolo e nel Lecce, con ultima parentesi alla Governolese). Ma siccome lo sport evidentemente ce l’ha nel sangue, Giulio, 22 anni compiuti in pieno lockdown, ha deciso di tentare con l’atletica e, a giudicare dal risultato della prima gara negli 800 (ha mancato per appena un secondo il minimo per gli Italiani categoria promesse), il ragazzo promette bene.
 Cominciamo dall’inizio: perchè l’addio al calcio?
«Ho capito che non era l’ambiente per me. E’ stata una decisione sofferta, perchè ho lavorato tanto per arrivare a certi livelli. Ma lì non ho trovato quello che mi aspettavo, intendo soprattutto sul piano umano. La qualità media delle persone, in questo ambiente, è molto bassa, regna l’ignoranza. O ci convivi e ti adatti, oppure ne rimani estraneo. Io non ero più a mio agio».
 E hai scelto l’università…
«Ora vivo a Francoforte e lì lavoro anche per la JP Morgan. In famiglia ho imparato che attraverso lo studio puoi ottenere ottimi risultati e realizzarti nella vita».
 Ma non hai smesso di fare sport…
«Sapevo di avere un talento per la corsa. Nel Lecce ci allenavamo col Gps e io ero sempre il primo per forza, chilometri percorsi e velocità massima. Da piccolo, a scuola, ho fatto e vinto tante gare, poi ho dato la precedenza al calcio. Ora ho deciso di riprendere, anche perchè correre mi è sempre piaciuto e posso allenarmi quando ho tempo».
Nei Gonzaga hai un ottimo maestro…
«Mi allena il prof Giovanni Grazioli, che ho conosciuto grazie a sua figlia Elena. Avere una base di velocità è importante per gli 800. Ma sono tesserato anche per l’Eintracht Francoforte, così posso gareggio in entrambi i paesi».
Raccontami la prima gara: domenica a Chiari hai sfiorato il minimo per gli Italiani…
«E rosico ancora. Non avevo nessuno che mi tirasse, mi sono adagiato sul ritmo, convinto che bastasse per l’1.55, al traguardo non ero nemmeno spremuto. Ho peccato d’inesperienza. Ma ci riproverò».
 Quando?
«Ai Campionati Regionali Assoluti in programma proprio a Mantova il 22 e 23 agosto».
Quali altri obiettivi ti poni?
«Mi do un anno per vedere quanto posso migliorare, ho appena iniziato e i miei limiti sono tutti da esplorare. Io ci credo, ma nell’atletica le parole stanno a zero, parla il cronometro».