Lavori in Pro-Gest, il Comune chiede i danni per gli abusi

MANTOVA Il parere positivo della Soprintendenza al paesaggio (parere vincolante) già c’era, ma nelle more della burocrazia la commissione paesaggistica di via Roma ha sforato con i tempi. Da qui le opere già iniziate “abusivamente” secondo il Comune dalla Pro-Gest, e che adesso sono oggetto del procedimento giudiziario che manda alla sbarra i vertici dell’azienda Villa Lagarina, ma anche quelli della ditta che ha compiuto fisicamente i lavori. Sulla base del rinvio a giudizio chiesto dalla Procura di Mantova nel luglio dello scorso anno, il Comune ha deliberato di costituirsi parte civile.
L’atto della giunta uscente è datato allo scorso mercoledì, e affida al dirigente dell’ufficio legale avvocato  Sara Magotti il compito di costituirsi parte civile a nome del sindaco  Mattia Palazzi e dell’ente stesso nel procedimento che vede chiamata in causa l’azienda titolare, ma anche il costruttore e persino il direttore dei lavori. In tutto dodici soggetti ritenuti responsabili di abusivismo. L’eventuale richiesta risarcitoria andrà di conseguenza all’esito del processo.
Già lo scorso anno le rappresentanze legali della società facenti capo a  Bruno Zago e al figlio  Francesco, ossia gli avvocati Vincenzo Pellegrini e Alberto Mascotto, avevano dato conto della vicenda rimpallando sulle inadempienze dell’ente le costruzioni messe sotto la lente della giustizia. A detta del pool difensivo, la società, prima dell’esecuzione delle opere oggetto di contestazione, ha chiesto i necessari titoli edilizi e paesaggistici, «e su tali opere era stato ottenuto già nel 2017 il parere positivo della commissione paesaggio del Comune e il parere positivo della competente Soprintendenza».
Nel caso, «la legge prevede che entro 20 giorni dal rilascio del parere positivo vincolante della Soprintendenza vada obbligatoriamente rilasciata dal Comune l’autorizzazione. Ma l’ente, assieme alla Provincia, improvvisamente sospese il procedimento ritenendo, che quei titoli edilizi e paesaggistici, oramai pronti, non potessero essere rilasciati se non nel procedimento di Via che era in corso.