HINTERLAND – A mali estremi, estremi rimedi. Che nella fattispecie vorrebbe dire avviare l’iter per il clamoroso passaggio di un Comune veneto, Sorgà, in Lombardia. Quella che sembrava una boutade dettata dalla comprensibile rabbia di amministratori, cittadini e associazioni ambientaliste dopo la decisione dei funzionari del Veneto di dare il via libera alla mega discarica di car fluff in località Pontepossero, praticamente a ridosso del confine Mantovano, con il passare delle settimane sta diventando un’ipotesi sempre più realistica. Come si ricorderà, il Comitato anti-discarica aveva espressamente chiesto alla giunta del sindaco Nuvolari di indire un referendum per entrare in Lombardia, che avrebbe regolamenti più restrittivi in materia di insediamenti come quello in progetto. Questo già prima dell’ok definitivo all’impianto deputato ad accogliere il materiale di scarto dei veicoli, cioè plastiche, schiume, gomma, vetro, rivestimenti. Si parla, giusto per dare un paio di numeri, di 950.000 tonnellate di rifiuti in 6 anni, su una superficie di discarica di poco meno di 116.000 metri quadrati. Ecco perché comincia seriamente a prendere forma la possibilità che venga indetta una consultazione popolare per “passare” da una regione all’altra, e contestualmente cambiare anche provincia, nel caso che il Tar confermasse la decisione di Venezia. Sulla questione è intervenuto nuovamente il consigliere lombardo della Lega Alessandra Cappellari, che in questi mesi ha mantenuto contatti diretti con la giunta sorgarese e naturalmente con gli enti locali mantovani che rischiano di pagare un prezzo eccessivo in termini ambientali e viabilistici. «Per prima cosa vorrei fare un plauso a tutti gli amministratori, mantovani e veronesi, impegnati in questa battaglia a salvaguardia del territorio e dell’agricoltura di pregio, che mi sento di condividere in toto. Dal canto nostro posso garantire che la Lombardia ascolterà la popolazione, come del resto ha sempre fatto: ciò significa che se da Sorgà partirà veramente la richiesta di passare in Lombardia non avremmo alcuna preclusione a valutarla e a fornire tutto il supporto necessario».
Matteo Vincenzi