MANTOVA Sottoscritto ieri in prefettura il protocollo d’intesa per l’attuazione del progetto di sicurezza partecipata “Street Tutor”. Saranno 20 le persone che coadiuveranno le polizie locali (e in città i servizi ambientali di Aster), sul territorio dei tre Comuni che per ora hanno aderito (Mantova, Curtatone e Bagnolo San Vito), nella vigilanza di alcuni punti in particolare. A svolgere questa attività saranno coloro che verranno destinati ad un percorso di giustizia riparativa. Il documento, elaborato su impulso del prefetto Gerlando Iorio, d’intesa con il direttore dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna – Uepe, Antonella Salvan, si propone come strumento in più per dare la possibilità di compiere percorsi di giustizia riparativa, col coinvolgimento diretto dei Comuni. Il duplice obiettivo è quello richiamare i destinatari di tali misure al significato della legalità e della cultura del bene pubblico; dall’altro, di fornire un aiuto alle Polizie locali nei servizi di sicurezza stradale e nell’osservazione dei fenomeni di degrado urbano. Ed è quest’ultimo l’aspetto di maggiore novità dell’iniziativa. La finalità del documento è quella di offrire ai beneficiari valutati idonei per l’inserimento nei progetti, ulteriori possibilità di impiego in servizi di pubblica utilità. L’accesso ai progetti di reinserimento, infatti, sarà subordinato alla valutazione espletata dall’Uepe in sede di definizione del programma trattamentale riservato ad ogni singolo utente che abbia chiesto l’ammissione ai percorsi di giustizia riparativa. I Comuni e i comandi di Polizia locale, tenendo in considerazione le specificità di contesto e le proprie competenze istituzionali, avranno cura di delineare le azioni più utili per favorire l’inserimento dei destinatari delle misure, concorrendo all’attuazione del progetto individuale: tale progetto prevederà l’affiancamento dei beneficiari agli operatori di Polizia locale, previa formazione, per coadiuvarli sia nell’espletamento di attività ausiliarie ai servizi di sicurezza stradale, in particolare presso gli attraversamenti pedonali, che nell’osservazione del territorio, permettendo di ampliare la rete di monitoraggio. L’associazione “Familiari e vittime della strada” contribuirà attivamente con ogni iniziativa di sostegno utile all’attuazione del protocollo, mettendo da subito a disposizione del progetto 20 persone come “Street tutor” per lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità.