Rivarolo Mantovano Il seduttivo folleggiare del clarinetto di Paolo Tomelleri, la tinta caustica, visionaria, del sax contralto di Gianluigi Trovesi, le mirabolanti volute della tromba di Fabrizio Bosso. Eccoli, a Rivarolo Mantovano, tre Premi Kramer degli ultimi anni, in prima linea, schierati di fronte ad un pubblico che resisteva anche alla minaccia di un accenno di pioggia, in una Piazza Finzi che, ancora una volta, si faceva per una sera scrigno del grande jazz. Dietro di loro, i valorosi componenti della Monday Orchestra di Luca Missiti, pronti a sfidarsi e a stuzzicarsi a colpi di assoli. È stata, quella dello scorso sabato 19 luglio, l’edizione più difficile del Premio Kramer, la più complessa da gestire per il groviglio di emozioni ancora vive che implicava. La prima senza Emilio Soana. Per questo, la Fondazione Sanguanini Onlus, con il Patrocinio della Provincia e la preziosa collaborazione di Circolo del Jazz di Mantova, Comune e Pro Loco di Rivarolo Mantovano, BCC di Rivarolo Mantovano Cassa Rurale e Artigiana ed Eredi del Maestro Kramer, ha voluto riunire – in nome di quella musica a cui quel ragazzo di 81 anni aveva dedicato ogni ora della sua vita – gli amici e i complici di infinite scorribande. Faceva paura, quel palco orfano del suo padrone di casa. Per questo andava affrontato insieme, con gli occhi rivolti alle stelle, a cercare lassù la firma di Emilio. Con una proiezione dal maxischermo allestito a lato della piazza, eccolo fare capolino. Un filmato del 2019, con la Tomelleri jazz Band, “Senza sorriso” il brano. Poche note e, subito, il groppo alla gola dell’incanto, l’onda travolgente di quella classe infinita, ribollente sotto il velluto di un suono morbido come un abbraccio. Difficile trattenere una commozione che catturava tutti, i musicisti, la moglie Silvana, elegantissima, in prima fila, insieme alle figlie del Maestro, il pubblico. Ad introdurre il brano era stato Gianpietro Lazzari, a nome del Casalmaggiore Jazz Festival, con un ricordo di Soana a cui aveva fatto eco Missiti, sottolineando, del Maestro, oltre alla straordinaria personalità artistica, la non comune umiltà. “Sobrio ed elegante”, nell’omaggio musicale ricamato da Claudio Allifranchini. In quelle note appositamente composte, “Emilio” c’era in tutte le sue sfaccettature, esaltato dall’interpretazione di un immenso Fabrizio Bosso. “La vera prima tromba. Nessuno come lui”, ci aveva detto di Soana Gianni Coscia, altro gigante del jazz, dedicatario del Premio Kramer di quest’anno e intervenuto con un breve collegamento dal maxischermo per impossibilità di partecipare di persona. Ecco, con la serata di sabato, sul palco di Rivarolo, Bosso raccoglieva dal cielo l’eredità di quella prima tromba immaginifica, indimenticabile, pronto a consegnarne il fuoco al tempo che verrà. Nel corso della serata, particolarmente applaudito l’omaggio al rivarolese Carlo Brunelli, una vita nella musica come pianista, compositore, arrangiatore a fianco di Kramer e dei grandi. Sua la deliziosa “Ricordando Duke”, eseguita dalla Band.









































