Furto di supercar sequestrate, stangato anche l’ultimo imputato

tribunale di mantova

MANTOVA Quattro anni e otto mesi di reclusione. È quanto deciso dal tribunale di Mantova in composizione monocratica nei confronti di Salvatore Azara, 59enne di Castiglione delle Stiviere, finito alla sbarra in concorso con altre persone per il sparizione di sette supercar sequestrate nell’ambito dell’operazione Formula, blitz che nel 2017 si era concluso con l’arresto di Piervittorio Belfanti. Un caso quello discusso ieri pomeriggio in via Poma dove, quasi per paradosso, l’imputato di un procedimento connesso per associazione a delinquere – e conclusosi ad inizio marzo – era anche parte offesa per il furto dello stesso corpo di reato nel giudizio che lo riguardava. Lo scorso 7 febbraio di fronte al giudice Enzo Rosina aveva escusso lo stesso Azara: «La mattina del 10 agosto 2017 – aveva raccontato in aula il 59enne – al momento del mio arrivo nella concessionaria di via Spalti trovai una bisarca gialla davanti all’ingresso. Spiegai al conducente del mezzo pesante che non vi erano auto da caricare e andai in ufficio. Quando uscii la bisarca era già sparita». Durante la prima udienza erano invece stati escussi il camionista che aveva trasferito le 7 vetture di lusso (Bmw 730, Bmw X6, Mercedes Cl 63, Audi A3, Audi A4, Bmw M4, Mini Cooper) del valore complessivo di 300mila euro in un deposito in provincia di Bergamo, e il titolare della ditta di autotrasporti che aveva inviato il proprio autista a Mantova. Quest’ultimo aveva dichiarato di essere stato contattato da una persona che gli aveva spiegato che si trattava di veicoli provenienti dal fallimento di una concessionaria tedesca. Sempre il medesimo teste aveva inoltre ricordato come, erroneamente, stesse per inviare il proprio autista a Padova dato che nella mail aveva letto che i mezzi si trovavano in una concessionaria di Cittadella, confondendo la città euganea con la località virgiliana. In corso di procedimento avevano raccontato la propria versione dei fatti, in qualità di testimoni, altri tre coimputati che a suo tempo avevano scelto di avvalersi di riti alternativi, ovvero Gaetano Fortugno, condannato un anno fa a 3 anni di reclusione, Mario Tonello, ex presidente della municipalizzata Indecast e candidato sindaco nel 2012 a Castiglione delle Stiviere, condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, e infine Roberto Bonavoglia, 39enne di Ponte San Pietro, che aveva invece patteggiato dieci mesi e 20 giorni di reclusione. Ieri dunque il verdetto finale di primo grado: oltre alla pena detentiva il giudice ha disposto anche in favore della parte civile rappresentata dalla società Mediaservice che faceva capo a Belfanti un risarcimento pecuniario di 3mila euro.