Coronavirus: agriturismi e vendita diretta in sofferenza

MANTOVA –  I disagi derivanti dall’emergenza coronavirus si fanno sentire soprattutto sulle aziende agrituristiche e su quelle che effettuano vendita diretta al pubblico. È questo il primo, parziale bilancio di Confagricoltura Mantova, all’indomani del susseguirsi di ordinanze e provvedimenti che stanno un po’ disorientando gli imprenditori agricoli. In difficoltà come detto gli agriturismi, che sono aperti ma registrano sofferenza: «Il calo è molto sensibile – spiega Nadia Gugolati dell’agriturismo Fenilnovo di Soave – sono arrivate numerose disdette. Per questo fine settimana ho le camere vuote e nessuna prenotazione per il ristorante. Non ho una stima economica dei danni, posso dire però che per Pasqua di solito a quest’ora eravamo già quasi al completo, mentre quest’anno non ho ancora tavoli bloccati. Stessa cosa per le domeniche di maggio». Dello stesso avviso Cristina Stefanoni, dell’agriturismo Le Spighe di Monzambano: «Fino a domenica scorsa dovevamo mandare via la gente per il troppo afflusso. Lunedì mattina invece sono arrivate le prime disdette, con numerosi tavoli saltati. Sono preoccupata soprattutto per l’estate, in zona lago di Garda la situazione è difficile». «Questa settimana c’è stato un crollo delle prenotazioni – dice amareggiata Katia Bertaiola dell’agriturismo Nuvolino, sempre nella zona di Monzambano – ho avuto numerose disdette e in più non abbiamo richieste, cosa strana dato che in questo periodo di solito in molti prenotano per il periodo pasquale o per l’estate». Sono proprio le prenotazioni per i prossimi mesi a mettere in allarme il settore: «Tanti turisti – spiega Marco Nicolini, presidente della sezione economica agrituristica di Confagricoltura Mantova – sia italiani che stranieri, prenotano ora le vacanze per il periodo estivo. Se questa situazione si protrarrà, rischiamo che il flusso venga deviato verso altre zone, con un conto salatissimo per i nostri operatori».
Disagi anche per le aziende che effettuano vendita diretta, dovuti soprattutto alla chiusura di molti mercati contadini: «Hanno chiuso il mercato di Borgochiesanuova – spiega Enri Bonfante di Corte Forte d’Attila, specializzata nella produzione di formaggi – ma non quello di Nogara, che in ogni caso ha un bacino di utenza molto più ridotto e non mi permette le stesse entrate. A Milano e Bergamo non sono fermi, noi sì, un qualcosa di illogico». «Per noi – spiega Tiziana Turina, dell’azienda agricola Begnoni, che fa vendita di funghi – la situazione è difficile, dato che i mercati di Mantova e Porto Mantovano rappresentano importanti fonti di reddito. Anche le forniture agli agriturismi non so quanto reggeranno, visto l’andazzo». «Il mio reddito è tutto sulla vendita diretta – aggiunge Emanuele Bonora, che vende ortofrutta – e con il Lungorio e Porto Mantovano chiusi siamo in difficoltà. Spero che tutto si risolva alla svelta». L’ordinanza per i mercati contadini «va ripensata – spiega il presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi – proprio perché questi luoghi possono essere una risposta efficace alla richiesta delle autorità di evitare assembramenti di persone. Senza contare che al mercato di Borgochiesanuova gli ingressi potrebbero essere facilmente contingentati».