Arazzi, dipinti, statue e arte contemporanea ora la reggia si fa sempre più ricca

MANTOVA Domani aprirà la mostra dedicata alle nuove acquisizioni di Palazzo Ducale di Mantova, allestita al piano terra del Castello di San Giorgio. Ideata da Stefano L’Occaso e Michela Zurla, con la collaborazione di Elena Montanari, l’esposizione illustra una selezione dei pezzi più importanti incamerati in tempi recenti dalle collezioni della reggia, tra cui un capolavoro come l’arazzo raffigurante Venere spiata da un satiro con i puttini, eseguito per Federico II Gonzaga su disegno di Giulio Romano. Un museo – può sembrare un paradosso – è un’entità dinamica che si sviluppa nel tempo. Le nuove acquisizioni di Palazzo Ducale, frutto di donazioni ma anche di acquisti da parte dello Stato Italiano, sono state recentemente assai rilevanti sia per numero sia per pregio. Si è ritenuto non solo opportuno ma persino doveroso, dunque, esporle al pubblico in una piccola mostra. Si tratta di opere che migliorano la lettura del racconto storico della città di Mantova e del suo territorio, con un grande capolavoro che celebra una delle epoche più felici della dinastia Gonzaga. L’esposizione si chiude con una selezione di opere d’arte contemporanea. «La crescita delle collezioni permanenti – sostiene il Direttore, Stefano L’Occaso – è uno degli obiettivi di un museo e non tra gli ultimi. Questa attività può essere perseguita tramite diverse vie. La prima è l’acquisto “in trattativa diretta” da parte del Museo, che dal 2015 gode di un bilancio e può quindi programmare l’incremento delle proprie collezioni. Le opere possono essere antiche o contemporanee – e in questo caso il Museo può agire in qualche misura da committente – e al loro acquisto possono concorrere sia gli organi superiori del Ministero, sia soggetti privati. La seconda modalità con cui le collezioni pubbliche possono crescere è quella della donazione. La terza modalità è più complessa, perché si lega ad azioni di tutela. Un’opera di particolare interesse storico artistico in fase di vendita può essere oggetto di prelazione, così come un’opera presentata per l’esportazione. In tal caso, il Museo agisce assieme agli Uffici Esportazione, alle Soprintendenze, agli organi superiori del Ministero, affinché il bene sia destinato alla fruizione pubblica. Esistono ancora altre modalità di acquisizione: i beni culturali possono essere offerti, per esempio, in pagamento delle imposte di successione e delle imposte dirette. Infine un bene può essere affidato a un museo per un periodo di tempo determinato tramite il comodato, nel caso in cui il proprietario sia un privato, o il deposito, in caso di enti pubblici».