Chiese alla moglie di prostituirsi e minacciò di sfregiarla, stangato

Mantova Quattro anni e sei mesi di reclusione in abbreviato, oltre a una provvisionale in favore della parte civile di 10mila euro nonché l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Questo quanto deciso ieri, in sede di udienza preliminare dal gup Antonio Serra Cassano nei confronti di un 44enne militare italiano finito a processo per maltrattamenti in famiglia, lesioni e minacce, ipotesi perpetrate rispettivamente ai danni della moglie (per quanto attiene il primo e il terzo capo d’imputazione) e della suocera (circa gli ultimi due).
Una vicenda di vessazioni e violenze sia fisiche che, soprattutto, psicologiche, sorta in ambito familiare e afferente un lasso temporale di alcuni anni fino alla primavera del 2023 quando l’uomo, all’epoca di stanza a Mantova al 4° Reggimento Artiglieria Missili Contraerei “Peschiera” di Dosso del Corso, era stato dapprima denunciato e quindi arrestato, ma in siffatta ultima circostanza per altra causa.
Stando infatti al novero delle contestazioni a lui ascritte e confermate in sede giudiziale l’imputato, attualmente detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, si era reso responsabile di numerosi episodi delittuosi posti in essere nei confronti delle due persone offese; in particolare la coniuge, costituitasi parte civile con l’avvocato Beatrice Biancardi, sarebbe stata fatta oggetto nel tempo di umiliazioni e costrizioni prettamente psicologiche da parte del marito il quale non avrebbe perso occasione per denigrarla e offenderla sulla scorta di una paventata dipendenza economica nei suoi confronti. Condotte, aggravate tutte dall’abuso cronico di sostanze stupefacenti. In particolare, secondo il variegato elenco delle incriminazioni a lui addebitate, in un caso l’avrebbe addirittura minacciata di sfregiarla con l’acido mentre in un’altra circostanza le avrebbe intimato di prostituirsi con più donne col fine di poter partecipare anch’egli. Per quanto concerne invece la madre questa sarebbe stata colpita dal cognato in una precipua occasione nonché minacciata di morte in modo reiterato.