Con il lockdown rallentano i furti ma è impennata di “codici rossi”

Il tribunale di via Poma

MANTOVA Un calo sostanziale dei reati contro il patrimonio a fronte di un’aumento di fattispecie delittuose confacenti il cosiddetto “codice rosso”. A fare da sparti acque, inevitabilmente, anche solo rispetto al recente passato, l’emergenza sanitaria ancora in corso che di fatto ha segnato a modo suo numero e tipologie di delitti messi in atto nell’ultimo anno. Questi i due fondamentali aspetti che balzano all’occhio tra Mantova e provincia in materia di amministrazione della giustizia dal 1 luglio 2019 al 30 giugno 2020. Un bilancio, quello redatto dalla Procura della Repubblica di Mantova che risente quindi del lockdown della scorsa primavera. Stando a questa disamina dunque ecco diminuire sensibilmente i furti in abitazione e quelli con strappo che registrano un segno meno rispetto al precedente periodo di comparazione: 25 procedimenti a carico di soggetti noti contro i 63 dell’anno prima, 305 a carico di ignoti contro i 753 del 2018-2019. A livello generale invece i furti accertati e ascritti a livello giudiziario contro noti sono invece 621 (contro i precedenti 650) e 3516 a carico di ignoti contro 3812 dell’anno scorso. In contro tendenza invece le rapine: 140 contro 93 e le estorsioni 91 contro 83. Stando sempre al dato locale va rilevato anche che i reati iscritti a ruolo secondo l’articolo 416 bis del codice penale, vale a dire associazione a delinquere di stampo mafioso, hanno segnato in dodici mesi una sensibile diminuzione. Al 30 giugno 2020 infatti i casi accertati nel territorio virgiliano sono scesi a 2 contro i 5 dell’anno precedente. A tal proposito la procura di via Poma precisa che la criminalità organizzata d’impronta ‘ndranghetista ha ormai pervaso in maniera stabile il tessuto economico di alcuni comuni mantovani confinanti con altre province dove, da anni, si registra la presenza fissa di elementi di spicco della criminalità organizzata soprattutto di origine calabrese e ormai accertata anche alla luce delle recenti sentenze che hanno riconosciuto la commissione di tale particolare fattispecie delittuosa anche nel Mantovano (vedasi processi Pesci e Aemilia). In conseguenza di tale presenza mafiosa la procura è stata interessata anche da un aumento dei reati spia, quali incendi dolosi, danneggiamenti, minacce, estorsioni, reati fiscali, usura e riciclaggio. Tornando invece al dato più emergenziale, complice in certi casi la convivenza forzata da pandemia e l’impossibilità di potersi spostare da casa in situazione di pericolo domestico, ecco risalire i reati di stalking e maltrattamenti in famiglia (125 casi accertati) e violenza sessuale (133).