OGLIO PO Il Po Grande futuro sito Unesco? Forse, o almeno questo è quanto fa pensare l’invito alla sede centrale di Parigi ricevuto dal referente dell’ente promotore. La candidatura presentata nei mesi scorsi e frutto del lavoro di circa due anni potrebbe, dunque diventare realtà oggi, giornata in cui è appunto previsto l’incontro.
La risposta potrebbe arrivare nel corso della 31esima sessione del consiglio Mab che sarà chiamato ad esprimersi sulle candidature presentate per l’anno 2019. Proposte tra cui rientra anche il Po Grande (ovvero l’area mediana del Po), la cui candidatura è sostenuta dal Ministero dell’ambiente su proposta dall’Autorità di distretto del fiume Po in collaborazione con Legambiente Emilia Romagna, l’Università di Parma e la Fondazione collegio europeo: un progetto che vede impegnati complessivamente ben 85 Comuni attraversati dalle acque del Po. Territorio dove spiccano anche i nomi di numerosi enti locali del casalasco tra cui Casalmaggiore.
Oggi, dunque potrebbe arrivare il tanto atteso responso che rappresenterebbe, qualora l’Unesco dovesse avallare la candidatura, una nuova ed importante forma di promozione per tutto il territorio ed in generale per la valorizzazione del Grande Fiume e delle terre da questo bagnate.
Divenendo sito Mab – programma scientifico intergovernativo avviato dall’Unesco nel 1971 per promuovere un rapporto equilibrato fra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le pratiche dello sviluppo sostenibil – il Po Grande sarebbe, infatti, inserito nel network mondiale delle Riserve della biosfera.
Un risultato importante, per quanto riguarda il Grane Fiume, che si aggiungerebbe a quello già raggiunto dal Po Delta, riconosciuto bene Unesco nel 2015 (in Italia sono in tutto 17 i siti iscritti nella lista delle Riserve della biosfera). Un riconoscimento cui ora, dopo due anni di inteso lavoro, potrebbe arrivare anche per il Po Grande.